Tentori (Axa IM): valute, equilibrio instabile

“Tra tutte le classi di attivo, l’universo valutario è il più complesso. Se vogliamo, le valute sono l’espressione più alta dell’economia, della finanza e della politica mondiale, una specie di meta-asset class che elabora di continuo tutte le informazioni contenute nelle classi di attivo di livello inferiore. A volte è decisiva la forma della curva dei rendimenti Treasury, un’altra volta il prezzo del petrolio, senza andare a scomodare né le decisioni politiche in tema di dazi e balzelli né la tenuta del progetto euro. La lista delle variabili da considerare è vastissima“. E’ quanto sottolinea Alessandro Tentori, Cio di Axa IM Italia.

“Facciamo una fotografia molto semplificata del mondo attuale: i tassi di interesse di riferimento sono praticamente tutti a zero, l’inflazione è un lontano ricordo anche per coloro che come me bazzicano sui mercati da ormai due decenni, la recessione colpisce non solo le economie avanzate ma anche quelle emergenti, tutti gli stati avranno bisogno di finanziare il deficit sul mercato e infine appare un preoccupante vacuum di leadership mondiale“, nota Tentori.

Che continua: “Direi che nella sua semplicità, quasi apparente linearità, questa fotografia contiene una complessità che farebbe andare in tilt anche il più potente calcolatore. Dipende però dai punti di vista. Vi siete mai chiesti perché un calcolatore riesca a battere un umano al gioco degli scacchi, ma non al gioco del calcio? La prospettiva. Mentre la prospettiva negli scacchi è la stessa per uomo e macchina, nel calcio non lo è. Il computer vedrebbe il gioco dall’alto, quasi fosse uno spettatore. Il calciatore umano, invece vedrebbe la partita a livello del prato e dovrebbe scomporre il gioco in innumerevoli sotto-problemi, avvantaggiandosi di quella capacità che rende noi umani imbattibili: la cosiddetta “pattern recognition”, cioè la capacità istantanea di riconoscere situazioni “standard” e di ottimizzare la risposta in funzione dell’esperienza”.

Cosa c’entra tutto questo con le valute? “Il pattern appare molto chiaro agli attenti occhi di un osservatore esperto”, spiega il Cio di Axa IM Italia. “Si delinea uno scenario uniforme a tutte le economie: tassi zero, no leadership, deficit che esplodono. Quindi non c’è problema, se questo scenario affligge tutte le economie e tutte le valute simultaneamente, possiamo dormire sogni tranquilli? Non è proprio così, perché non ci dovremmo mai dimenticare che il valore di un biglietto di carta deriva dalla fiducia che noi utenti implicitamente gli assegniamo. E le leggi di domanda e offerta ci insegnano anche che quando l’offerta di questi biglietti di carta aumenta fuori controllo, senza coordinazione e soprattutto senza che la domanda aumenti in tandem, allora il valore deve cambiare”.

La conclusione? “I mercati valutari sembrano aver snobbato la crisi. Certo il dollaro ha guadagnato il 3,5% contro un paniere ponderato di valute, ma nel contesto degli ultimi 30 anni rimane comunque intorno alle medie storiche. La volatilità sui 12 mesi del cambio euro/dollaro è salita rapidamente a marzo, ma il movimento non è paragonabile al 2008 e il livello attuale di 7.5% è solo 2,5 punti percentuali sopra i minimi storici. Non sembra essere minimamente prezzato uno scenario futuro in cui la decisione primaria dell’investitore sarà quella valutaria, a fronte di tassi d’interesse a zero, di inflazione non pervenuta e di crescita anemica. Non sembra essere prezzato nemmeno lo scenario in cui già ci troviamo, cioè una offerta di obbligazioni che aumenta fuori controllo in tutti i paesi, seguita dall’utilizzo del bilancio della banca centrale per tentare di stabilizzare domanda e offerta. Quando c’è un eccesso di offerta i prezzi scendono, cosi come la fiducia degli utenti di una valuta. Non dimentichiamo che solo un Paese si può permettere il lusso di stampare banconote recanti la scritta ‘The United States of America’”.

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