Ubp: catturare il rimbalzo della Cina e controllare in anticipo i rischi

A cura di Anthony Chan, Chief Asia Investment Strategist di Union Bancaire Privée (Ubp)

La Cina è in avanti sulla curva di contenimento del virus e di normalizzazione della produzione. Questo continuerà ad essere il driver principale per gli investimenti nei mercati cinesi, nonostante le valutazioni più elevate e i rischi di coda legati a una potenziale seconda epidemia, all’interruzione strutturale della catena di distribuzione e alla rinnovata ostilità del presidente Trump.

I nostri temi d’investimento per la Cina (in particolare sull’azionario) si sono concentrati su un ciclo a breve termine per catturare il rimbalzo iniziale delle attività grazie all’allentamento del lockdown; su un trend strutturale a lungo termine per cogliere la direzione della classe politica e alcuni cambiamenti permanenti nel comportamento dei consumatori post-Covid-19.

Riassumiamo le nostre idee di investimento in cinque aree principali. Tre di esse rappresentano opportunità da cogliere nel ciclo attuale e le altre due sono rischi che potrebbero intensificarsi in futuro.

Rimbalzo post-lockdown

Poiché in Cina la ripresa è già in atto, ciò andrà immediatamente a beneficio dei consumi, del commercio al dettaglio e dei servizi, in linea con la graduale riduzione del distanziamento sociale. Anche il turismo interno ha registrato una forte ripresa, soprattutto all’interno delle province durante le festività della Golden Week. Questo si rifletterà in un incremento delle attività legate al settore dei trasporti e alla logistica.

Catturare i venti di coda della politica

Gli investimenti infrastrutturali sono in cima all’agenda della reflazione, compresi i progetti – sia nuovi che vecchi – che hanno subito un arresto improvviso durante l’epidemia del virus. La Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme raddoppierà l’ammontare delle emissioni di obbligazioni speciali a 567 miliardi di dollari (4 mila miliardi di Renminbi) per accelerare i progetti stradali, autostradali e ferroviari. Il ministero delle finanze potrebbe inoltre emettere speciali buoni del tesoro per integrare il pool di finanziamento di questi investimenti. Infine, la politica degli alloggi sarà ulteriormente allentata per rinvigorire la domanda e aumenteranno i sussidi all’acquisto di automobili (ad eccezione dei veicoli di fascia alta a nuova energia). Si evidenzia infatti un improvviso aumento del possesso di automobili per viaggiare in sicurezza onde evitare la folla nei trasporti pubblici.

Cambiamento permanente del comportamento dei consumatori

Il post-Covid-19 darà impulso al tema dell’”accelerazione digitale” nell’apprendimento online, nell’intrattenimento, nel gaming e nello shopping, nonché nelle transazioni di ecommerce. La spinta di Pechino verso l’economia digitale farà del 5G e del cloud computing una priorità per i prossimi anni. Ci sarà anche una maggiore enfasi sulla sanità e un aumento della spesa per i prodotti sanitari e un rilancio delle tutele assicurative.

Pressione esterna sulla catena di distribuzione

Un breve rimbalzo delle esportazioni potrebbe verificarsi se i lockdown della città occidentali venissero allentati senza intoppi e si iniziasse a ricostituire le scorte. Oltre a ciò, i timori a lungo termine per le interruzioni strutturali delle linee di produzione globali danneggeranno le regioni costiere orientate all’export, poiché un numero maggiore di impianti di produzione potrebbe essere spostato in altri siti produttivi. Il rischio di un’accelerazione della de-globalizzazione all’indomani della pandemia globale trasformerà il modello di sviluppo della Cina.

Rinnovata ostilità Cina-Usa

Il mercato ha liquidato la retorica di Trump sulla Cina che ha minacciato di aumentare nuovamente le tariffe sulle esportazioni cinesi per compensare il costo della pandemia per il governo statunitense. Il Presidente ha anche parlato di abolire i mille miliardi di dollari detenuti dalla Cina in Treasury Usa, se la situazione arriverà al limite. Probabilmente la retorica di Trump si intensificherà nei mesi a venire. Ma la questione adesso è quanto fortemente Trump perseguirà tali azioni, data la profonda recessione economica degli Stati Uniti e l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali. Più probabilmente gli Stati Uniti compiranno maggiori sforzi per frenare i flussi di investimenti in Cina, accelerando la delocalizzazione dell’industria manifatturiera lontano da Pechino ed espandendo i legami politici ed economici con Taiwan. Tutto ciò potrebbe quindi sconvolgere nuovamente i mercati finanziari.

La normalizzazione della Cina ha già innescato una rotazione dei settori da quelli difensivi a quelli ciclici. I beni di consumo durevoli, gli industriali e i materials hanno guadagnato slancio e dovrebbero estendersi e ampliarsi man mano che la ripresa continuerà. I guadagni dell’Msci China sono scesi drasticamente da oltre il 10% all’inizio del 2020 a una contrazione attuale di circa il 5% – seguendo in linea di massima la contrazione del Pil del 6,8% su base annua nel primo trimestre del 2020. Se la Cina dovesse però riuscire a prevenire una seconda epidemia per accelerare la normalizzazione economica, il secondo trimestre del 2020 potrebbe vedere una certa stabilità o addirittura gestire una ripresa più solida della crescita. Tuttavia, nonostante la ripresa del mercato, i mercati azionari cinesi rimangono poco sfidanti, soprattutto rispetto ai loro omologhi statunitensi.

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