AB InBev, la pandemia non ferma la birra “globale”

AB InBev, la prima azienda di birra al mondo con oltre 500 marchi tra cui Stella Artois, Corona, Leffe e Becks, ha reso noti i propri risultati per il primo trimestre del 2020. L’azienda ha iniziato l’anno con uno slancio positivo e ha registrato una crescita dei volumi dell’1,9% nei primi due mesi dell’anno, se si esclude la Cina, dove l’epidemia da Covid-19 è iniziata a fine gennaio. Nonostante i risultati positivi conseguiti fino a febbraio, l’impatto dell’epidemia sui risultati globali è stato significativamente più impattante alla fine del trimestre, portando comunque a un calo contenuto, pari al 3,6%, sempre al netto dei numeri della Cina.

La diminuzione dei volumi provocata dalla pandemia Covid-19 ha contribuito in modo sostanziale a un calo dei ricavi del 5,8%, anche considerando che per Budweiser e Corona – due dei tre brand globali dell’azienda – la Cina rappresenta il mercato estero più importante. I ricavi per ettolitro sono invece cresciuti del 3,9%, trainati dalla continua crescita del segmento premiumization e dalla gestione delle iniziative adottate su questo fronte.

Tuttavia, l’impatto sui risultati del secondo trimestre di quest’anno potrebbe essere più significativo rispetto al trimestre appena conclusosi, dal momento che i volumi globali dell’azienda ad aprile sono diminuiti di circa il 32%, principalmente a causa della chiusura del canale Ho.Re.Ca. nella maggior parte dei Paesi e delle misure restrittive imposte dai governi. Il titolo AB InBev alla Borsa di Bruxelles cede circa il 3% attorno a metà giornata.

“La pandemia rappresenta una sfida senza precedenti per la società, i governi e le aziende di tutto il mondo”, sottolinea Benoit Bronckart, AD Italia e BU President South Europe di AB InBev. “L’Horeca è stato profondamente colpito dall’epidemia. È ancora più importante che ciascun player del settore faccia la propria parte nel consolidare le basi per la ripresa. Noi, attraverso l’iniziativa ‘Salva Il Tuo Bar’ continuiamo a voler dare respiro alle casse dei bar, sperando che questo progetto avvicini ancor di più le persone ai propri locali di fiducia, una volta conclusosi il momento critico per il settore. Solo in Italia, il programma – aperto a pub, bar e ristoranti in tutto il territorio nazionale – ha raccolto dai consumatori, in appena un mese, già circa 70mila euro”.

La diversificazione a livello geografico permette ad AB InBev di applicare le best practice adottate per far fronte alle dinamiche di mercato in Cina e Corea del Sud al resto dei mercati, che si muovono in queste settimane attraverso le diverse fasi della crisi e di ripresa. “Iniziamo a vedere segnali di recupero: ad aprile in Cina i volumi sono diminuiti di circa il 17%, in netto miglioramento rispetto al calo del 46,5% registrato nel primo trimestre del 2020”, spiega Benoit Bronckart.

AB InBev da diversi anni investe e applica le nuove tecnologie – come le piattaforme di vendita B2B e di ecommerce – per connettersi con i propri clienti e i consumatori. Questa predisposizione fornisce all’azienda un vantaggio strutturale in circostanze di mercato uniche come quelle attuali. Infine, il birrificio ha applicato una disciplina finanziaria prudente mettendo in campo diverse misure proattive, tra cui l’ottimizzazione della propria base dei costi, rivedendo la proposta finale di dividendi per il 2019 e mantenendo una forte posizione di liquidità.

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