Wall Street sempre più lontana da Main Street: l’analisi

Noel Dixon, macro strategist di State Street Global Markets, ha analizzato la profonda divergenza tra i principi fondamentali della Main Street e la performance dei mercati azionari. “Se da un lato – spiega – ad aprile la disoccupazione negli Stati Uniti ha toccato quota 14,7%, un livello simile a quello visto nel dopoguerra, dall’altro l’indice S&P 500 ha riportato performance in linea con quelle di agosto 2019, quando la disoccupazione negli Stati Uniti era vicina al minimo storico del 3,7%. Probabilmente, la ragione principale di questa resilienza del mercato è la liquidità della banca centrale, fattore che spinge gli investitori a uscire dalla curva di rischio. Come si evince dal primo grafico, a esclusione della Cina che è stata il primo Paese a implementare e successivamente a eliminare le misure di lockdown, la performance di tutti i mercati azionari è in linea con il livello di stimolo monetario offerto. In altre parole, gli Stati Uniti hanno sovraperformato gli altri mercati poiché gli stimoli fiscali messi in campo dalla Fed sono stati maggiori rispetto a quelli delle altre banche centrali”.

La liquidità trascende i fondamentali (fonte: Bloomberg, State Street Global Markets)

E aggiunge: “E’ normale che gli investitori abbiano fiducia nella capacità delle banche centrali di cambiare le cose. Dal 1998, il numero netto di tagli dei tassi di interesse da parte delle banche centrali a livello mondiale ha guidato l’indice Pmi globale per otto mesi (grafico 2). Nel complesso, ci aspettiamo che i mercati azionari rimangano resilienti in un orizzonte temporale di sei mesi – un anno, con gli Stati Uniti che sovraperformeranno rispetto agli altri paesi sviluppati”.

(Fonte: Bloomberg, State Street Global Markets)

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