Gordon di Sherwood

Il governo britannico ha deciso di aumentare l’aliquota sul reddito a livelli massimi per chi guadagna più di un milione di euro all’anno.
A partire da aprile, infatti, le tasse saranno alzate dal 40% al 50% per i redditi superiori a 150.000 sterline, rendendo Londra più costosa di Hong Kong e NewYork.
Un inglese che guadagni più di un milione di euro l’anno, da aprile dovrà versare allo Stato britannico ben 491.278 sterline in tasse, tre volte più che a Hong Kong e 58.500 sterline in più rispetto alla Grande Mela. Per la prima volta dal 1989 i ricchi inglesi pagheranno più imposte di quelli francesi o tedeschi.

La mossa escogitata dal primo ministro Gordon Brown, in vista di elezioni a giugno, s’inserisce nell’ottica del proseguimento dello sforzo intrapreso per rendere il mondo finanziario “servo del popolo e dell’industria, e non loro padrone”, ma l’efficacia di questo aumento è tutta da vedere.
Società come la Tullett Prebon o la BlueCrest Capital Management hanno dichiarato che sposteranno alcune operazioni oltre frontiera per schivare l’incremento delle aliquote, ma l’esecutivo non si scoraggia: “Sono certo che sette milioni  e mezzo di londinesi saranno colmi di gioia”, afferma Brendan Barber, segretario generale del Trades Union Congress, “La recessione che è costata molti posti di lavoro ai londinesi è scaturita dal sistema finanziario. È giusto che ora siano i super-ricchi a dare un giusto contributo per riparare il danno”.

L’aumento delle tasse sul reddito personale giunge peraltro dopo l’imposta del 50% sui bonus superiori a 25.000 sterline assegnati ai banchieri, inoltre, la tassa che sarà applicata a 20 mila banche porterà nella casse del Tesoro circa 550 milioni di sterline.
Ma i ricconi non ci stanno e minacciano l’esodo:
“Il talento è mobile”, commenta John Varley, ceo di Barclays, la seconda banca britannica, “E se i migliori talenti di un Paese non si sentono a loro agio emigrano. Per la nostra economia non sarà un bene se le persone di talento concluderanno che è meglio stare a Madrid, New York o Singapore”, conclude.
Non sapevo che il talento ora coincidesse con le dimensioni del conto in banca o con la macchina che si guida, ma evidentemente questi sono i tempi in cui viviamo.
Il talento migliore sembra sia invece quello di riuscire a combinare guai colossali senza poi pagarne le conseguenze e se Londra diventa cara per i responsabili della recessione finanziaria non lo è per la gente comune, poiché con la svalutazione della sterlina e il calo degli affitti la capitala sul Tamigi non si trova più nella top ten delle città ove il costo della vita è tra i più alti del mondo.

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