Nomura Holdings, famoso broker giapponese, chiude il terzo trimestre fiscale con un utile sotto al consensus degli analisti.
Non è bastato l’aumento delle commissioni, legato alla grossa mole del collocamento azionario, per compensare le condizioni avverse sull’attività di trading.
L’utile netto per il periodo ottobre-dicembre 2009 si è assestato a 10,2 miliardi di yen, comunque in miglioramento rispetto alla perdita di 342,9 miliardi nello stesso periodo dell’anno precedente, ma decisamente inferiore ai 20,1 miliardi previsti dagli analisti, come specificato dall’agenzia Reuters.
La concorrente nazionale Daiwa Securities, secondo broker del Giappone, ha registrato utili inferiori alle stime avendo subito una perdita sul trading.
A condizionare i risultati sull’intermediazione di Nomura sono stati soprattutto la scarsa volatilità dei mercati e gli spread più stretti sui bond nel mercato domestico, mentre i maggiori contributi positivi sono arrivati dal controllo dei costi per l’integrazione delle attività euro-asiatiche di Lehman Brothers e dai collocamenti azionari di società in cerca di capitali nuovi dopo la crisi finanziaria.
La debolezza del risultato complessivo, e di quello sull’attività di trading in particolare, comunque riflette le trimestrali di rivali sul mercato globale come JP Morgan, Citigroup e Bank