Telecom, il governo smentisce le tesi sulla fusione con Telefonica

Il governo italiano stamattina ha smentito le notizie che asserivano fosse stato dato il via libera politico per la fusione tra Telecom Italia e Telefonica.
La notizia, apparsa su “Repubblica” in prima pagina, affermava infatti che l’esecutivo di centrodestra avrebbe autorizzato un’offerta pubblica di scambio di Telefonica su Telecom Italia a condizione che la gestione della rete nazionale di telecomunicazioni rimanesse in mani italiane.
“La presidenza del Consiglio smentisce nella maniera più totale: nessun incontro, nessun contatto, nessun paletto come riferito nell’articolo”, si legge nella nota trasmessa poco dopo le 9,20.
Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola da Gerusalemme, dopo qualche minuto, rafforza la smentita negando l’esistenza di alcun parere favorevole del governo e indica per giovedì un incontro con l’amministratore delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, più volte annunciato negli ultimi giorni: “Ci sono molte parole, molte chiacchiere, troppe”, dichiara il ministro, mentre da Telecom Italia e Telefonica ancora non è giunto alcun commento.

Se da un lato le indiscrezioni del quotidiano potrebbero avere come obiettivo quello di screditare un governo che si è vantato di aver impedito la vendita della compagnia di bandiera Alitalia ad Air France, dall’altra è da tenere in considerazione il fatto che le voci su Telecom/Telefonica hanno ripreso corpo dopo un articolo del Corriere della sera del 23 gennaio, come specificato dall’agenzia Reuters. In questo articolo a cura di Massimo Mucchetti si avanzava l’ipotesi di uno scambio tra Italia e Spagna basato sull’acquisto di Abertis da parte di Atlantia e sull’acquisto di Telecom Italia da parte di Telefonica. Attraverso questa manovra il premier Silvio Berlusconi potrebbe rendere più accettabile la perdita del controllo italiano su Telecom e al contempo il governo spagnolo non avrebbe più motivi per lamentare la mancanza di reciprocità dopo che Enel si è aggiudicato Endesa e la stessa Mediaset, controllata da Berlusconi, la televisione Prisa Cuatro.

Come conseguenza dell’articolo di “Repubblica” le azioni di Telecom sono schizzate a +8,7%, ma alle 15,30 il titolo ha ridotto il rialzo al 5,46% a 1,1400 euro con volumi molto sopra la media, oltre 321 milioni. Alla stessa ora invece i titoli di Telefonica erano in calo dell’1,18% a 17,120 euro.

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