Asse Merkel-Macron: l’Europa, finalmente?

A cura di Olivier de Berranger, Chief Investment Officer di La Financière de l’Echiquier

“Eravamo sull’orlo del baratro ma abbiamo fatto un grande passo avanti”. La celebre dichiarazione maldestra attribuita al defunto presidente ivoriano Félix Houphouët-Boigny avrebbe potuto essere, a lungo, la massima dell’Unione Europea che per così tanto tempo si è trascinata, come una palla al piede, la sua mancanza di coesione, il suo vagare e i suoi errori. Sembrerebbe tuttavia che l’Europa si stia ora preparando a compiere quel passo per superare la breccia aperta dalla crisi del Covid-19.

L’iniziativa va attribuita alla coppia franco-tedesca, Angela Merkel ed Emmanuel Macron, che hanno annunciato un piano europeo di rilancio da 500 miliardi di euro. Benché possa sembrare relativamente modesto, l’importo non tiene conto del potenziale effetto leva o di possibili cofinanziamenti europei. Ma il principale punto di forza di questo piano non sta tanto nell’importo quanto nel meccanismo.

Il piano propone di portare il bilancio dell’Unione Europea al 2% del Pil tra il 2021 e il 2023 (contro l’attuale 1,16%), con un incremento quindi di 165 miliardi di euro all’anno senza alcun altro contributo però da parte degli Stati membri. A finanziare questo bilancio aggiuntivo sarebbe l’Unione attraverso l’emissione di debito collettivo. Anche se i termini eurobond o coronabond non sono stati pronunciati l’idea è praticamente la stessa. Inoltre, questo nuovo margine di manovra in termini di bilancio verrebbe utilizzato dall’Ue per sostenere, in parte, determinate spese a favore di alcuni paesi, contenendo in questo modo l’aumento del debito pubblico dei beneficiari. Infine, questo debito emesso direttamente dall’Ue dovrebbe essere rimborsato attraverso i futuri contributi degli Stati membri al bilancio, a prescindere dall’entità degli aiuti ricevuti nell’ambito del piano.

Il messaggio è chiarissimo: si tratta di attuare un vero e proprio meccanismo di solidarietà europea che vada ben oltre il differenziale nei contributi al bilancio dell’Unione. Un messaggio che è stato chiaramente recepito dai mercati, con gli indici azionari che hanno registrato un balzo superiore al 4% lunedì scorso. Anche i tassi sovrani nei Paesi periferici sono notevolmente diminuiti, con il rendimento del Btp decennale italiano che passa dall’1,86% all’1,67%. Ciononostante, è necessaria una certa cautela che spiega, parzialmente, il minor ottimismo ostentato nei giorni successivi dagli investitori. Alcuni Paesi, in particolare l’Austria, i Paesi Bassi, la Svezia e la Danimarca, si sono dimostrati poco favorevoli nei confronti della proposta e la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si è accontentata di parlare, senza alcun entusiasmo, di un’iniziativa “costruttiva”.

La partita rimane quindi aperta ma il piano proposto da Angela Merkel ed Emmanuel Macron lascia ben sperare. Il fatto che sia sostenuto dalla coppia franco-tedesca, di nuovo unita, e che sancisca ulteriormente il cambiamento di rotta di Berlino sulla dottrina di bilancio e sulla solidarietà europea è un segnale forte. Sul fronte borsistico, un accordo circa questo meccanismo ridurrebbe il premio per il rischio europeo e potrebbe consentire ai mercati europei di recuperare il ritardo accumulato rispetto a quelli americani (+5,4% per l’EuroStoxx 50 dal 31 marzo contro +14,4% per l’S&P 500). Così facendo, verrebbe offerta un’assicurazione condivisa ai Paesi più vulnerabili dell’Ue con una conseguente riduzione dei tassi nei paesi periferici.

Si tratta di una questione importante che deve essere monitorata molto attentamente, con una prima scadenza il 27 maggio. Quel giorno, la signora von der Leyen dovrà presentare una proposta per il bilancio 2021-2027 che riflette la sua visione di un piano europeo di rilancio. A Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, spetterà poi il compito di riassumere le varie proposte e di cercare di raggiungere il consenso. Esercizio non semplice, ma cruciale.

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