Il mondo dopo il coronavirus: elenco (non esaustivo) dei cambiamenti in atto

A cura di Bert Flossbach, Flossbach von Storch

Il 2020 occuperà un posto speciale nei libri di storia. La cancellazione senza precedenti in tempo di pace di importanti eventi sportivi, come i Giochi Olimpici, i Campionati Europei di Calcio e il Torneo di Wimbledon lascerà un vuoto nella storia dello sport. Le emergenze nazionali e la morte della democrazia parlamentare in un Paese dell’Ue come l’Ungheria, la reintroduzione dei controlli alle frontiere nell’area Schengen e i divieti di vasta portata all’ingresso in molti Paesi del mondo, ma soprattutto le restrizioni alla libertà personale prima impensabili nelle democrazie occidentali, saranno strettamente associate al 2020 per i decenni a venire.

In futuro potremmo anche tracciare una nuova linea di demarcazione storica. Analogamente al periodo prebellico e postbellico utilizzato per oltre 70 anni, ci potrebbero essere periodi “pre-coronavirus o pre-2020” e “post-coronavirus”. Non c’è dubbio che gli effetti della pandemia di coronavirus continueranno a lungo. Il mondo non sarà mai più lo stesso. Abbiamo imparato ciò che è veramente importante nella vita. La famiglia, gli amici, la nostra salute, un tetto sopra le nostre teste, un lavoro di valore, l’approvvigionamento di beni di prima necessità e la protezione del nostro ambiente. Il lockdown ha dato al clima un po’ di respiro. Ma dimostra anche che abbiamo bisogno di un’economia prospera e che gli obiettivi climatici e ambientali possono essere raggiunti solo con l’innovazione e le nuove tecnologie.

Queste riflessioni ci hanno spinti a redigere una lista dei cambiamenti che stiamo vedendo e che vedremo in futuro a causa della crisi da Covid-19.

Certamente l’elenco che segue non è esaustivo e non sarà perfetto. Ma siamo relativamente certi che ci si possa aspettare una maggiore influenza dei governi (e del debito sovrano), una maggiore regolamentazione e una maggiore avversione al rischio. Ma ci sono anche delle opportunità. La digitalizzazione, ad esempio, sta finalmente acquistando l’importanza che merita e potrebbe creare una nuova ondata di crescita. Aumenta l’efficienza, contribuisce alla protezione del clima e crea nuove opportunità per le imprese e le persone. Anche altri settori, come la diagnostica, la tecnologia medica e i prodotti farmaceutici, ne trarranno probabilmente beneficio.

Politica monetaria

È ormai ufficiale: le banche centrali sono condannate a mantenere bassi i tassi d’interesse per sempre. È l’unico modo per gestire la montagna del debito sovrano. Come salvatori e investitori di ultima istanza, le banche centrali sono costrette a fare tutto il necessario per evitare il crollo del sistema finanziario. Questo rende di fatto l’azzardo morale una parte integrante dei mercati finanziari.

Politica economica

I Paesi cercheranno di aumentare la produzione interna di beni vitali e strategici per ridurre la propria dipendenza dalle catene di fornitura transfrontaliere e dai singoli Paesi. La frammentazione globale del lavoro sarà ridimensionata in alcune aree. I governi aumenteranno la propria influenza sull’economia, in particolare sui settori e sulle imprese strategicamente importanti. La ricerca globale per le mascherine ne è uno spiacevole esempio.

Inflazione

L’inflazione sta tornando. La capacità era stata ridotta dalla crisi economica ed è insufficiente rispetto all’afflusso di liquidità generato dalla politica fiscale e monetaria. Il ritorno di capacità produttiva dall’estero elimina in alcuni casi i vantaggi in termini di costi della globalizzazione, aumentando i costi di produzione dei beni in questione. Ciò potrebbe far aumentare i prezzi al consumo a medio termine.

Consumi/Vendite al dettaglio

La tendenza che sta vedendo un allontanamento dai negozi fisici verso lo shopping online riceverà un’ulteriore spinta, dato che molte persone iniziano a utilizzare questo canale di vendita al dettaglio per la prima volta o a utilizzarlo più ampiamente di prima. I punti vendita fisici continueranno a perdere terreno, i prestiti d’emergenza spesso non faranno altro che ritardare le insolvenze. Gli affitti degli immobili commerciali diminuiranno. La gente passerà online sempre più tempo libero. Meno eventi di massa, più gaming online. La crescita della “sharing economy” rallenterà. Le persone che utilizzano i servizi di car sharing si chiederanno se il virus sia il loro compagno di viaggio.

Risparmi

La crisi ha reso le persone consapevoli della propria vulnerabilità. Senza una riserva di emergenza, ci si può ritrovare senza fondi da un giorno all’altro. Questo porterà probabilmente a una certa moderazione nell’acquisto di beni durevoli non assolutamente necessari (come un’auto nuova). Lo stesso dicasi anche per le società, i cui dirigenti hanno imparato che si può superare un periodo di crisi solo con sufficienti beni e liquidità e non si sta lottando in un mare di debiti.

Pagamento in contanti e contactless

La tendenza al pagamento cashless è già ben radicata in molti paesi e probabilmente ora accelererà anche in Germania e in altri paesi europei, grazie all’aumento del consumo online e ai vantaggi igienici del pagamento contactless (senza l’inserimento del PIN).

Turismo

La gente comincerà a riconsiderare il numero di viaggi e il modo in cui trascorre le vacanze. Proprio come ci siamo abituati ai rigorosi controlli di sicurezza dopo gli attentati dell’11 settembre, ci abitueremo a farci misurare la temperatura ed eventualmente a farci prelevare un tampone prima di salire a bordo di una nave da crociera. Invece di stare seduti in un aereo pieno di sconosciuti, preferiremo stare con le nostre famiglie o viaggiare in macchina. Il rischio di rimanere intrappolati in un paese straniero se un virus compare all’improvviso e le frontiere sono chiuse sarà sempre con noi. Il flusso di turisti cinesi diminuirà, così come il numero di visitatori europei in Cina. Non solo per paura dei virus, ma anche per paura di uno stato di sorveglianza draconiano che mette in quarantena le persone con temperature più alte del normale.

Digitalizzazione

La crisi del Coronavirus ci ha insegnato ciò che è assolutamente indispensabile e ciò che non lo è. Molti viaggi di lavoro non sono necessari – spesso bastano le videoconferenze. L’accesso a Internet è ancora più importante della carta igienica. La nostra infrastruttura digitale è in fase di aggiornamento e speriamo ci vogliano solo pochi anni prima che l’Europa disponga di una rete mobile ad alta velocità a copertura totale. Le aziende vedranno la loro infrastruttura digitale come un asset strategico e aumenteranno gli investimenti in questo settore.

Propensione per il rischio

I timori esistenziali di molte piccole imprese nell’attuale crisi sono un monito per chiunque pensi di avviare un’attività in proprio. I dipendenti pubblici non devono preoccuparsi del loro reddito né durante una crisi economica, anche se non sono in grado di lavorare durante un arresto dell’attività. Molti giovani potrebbero quindi essere più attratti da un lavoro pubblico sicuro.

Protezione dei dati/Sorveglianza

Le telecamere di sorveglianza sono ormai considerate alla stregua dei lampioni nell’ottica della lotta contro il terrorismo. Lo stesso potrebbe accadere per la localizzazione tramite smartphone se utilizzata a fini di protezione della salute.

Conflitto generazionale

I costi indiretti della pandemia comporteranno un enorme onere di debito per le giovani generazioni. Questo, insieme al cambiamento demografico, porterà a un ulteriore aumento di imposte e tributi, uno scenario poco incoraggiante. Perché lavorare con passione quando alla fine non rimane quasi più nulla?

Politica sociale

La redistribuzione è in aumento. L’aumento significativo delle tasse sul reddito e sulla ricchezza è un riflesso politico laddove la prosperità di gran parte della popolazione è in pericolo. Le società che sopravvivono alla crisi del Coronavirus non dovrebbero aspettarsi alcuna considerazione. Questo vale anche per i proprietari di immobili, i cui diritti di proprietà potrebbero essere ulteriormente limitati.

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