Amundi: lo sconcertante distacco del mercato dalla realtà

A cura di Vincent Mortier, Deputy Group Chief Investment Officer di Amundi

La dicotomia tra l’apparente tranquillità del mercato e il forte grado di incertezza sulla durata della crisi e sulle sue implicazioni a lungo termine è sorprendente. Non possiamo ancora ritenerci fuori pericolo e gli investitori dovrebbero mantenere alta l’attenzione perché, agli attuali livelli, il mercato sta scontando un finale di partita “troppo roseo e troppo presto”. Per quanto riguarda il ciclo della pandemia, i mercati si affidano all’idea che in Europa e negli Stati Uniti il peggio potrebbe essere ormai alle nostre spalle e alle crescenti aspettative di un appiattimento della curva dei contagi. Se queste speranze dovessero andare deluse, riaffioreranno le tensioni sui mercati.

Sul fronte economico, le enormi misure monetarie e di bilancio fungono da rassicurazione per i prossimi sei mesi, ma potrebbero non bastare nel caso in cui la recessione dovesse risultare peggiore del previsto; le eventuali delusioni potrebbero scatenare una correzione. Il “credito” si sta abituando agli interventi delle banche centrali; le condizioni di mercato sono migliorate, ma non si sono ancora normalizzate. Riguardo al ciclo di default del credito, che avrà un ruolo cruciale in un mondo che si troverà alle prese con un aumento del debito man mano che la crisi da Covid-19 si allontana, i mercati hanno già scontato un primo round di default, ma non il secondo, quello degli attivi tradizionalmente “ritardatari”.

La battaglia tra liquidità e solvibilità proseguirà e tra le aree da monitorare vi è il settore immobiliare commerciale negli Stati Uniti. Il divario tra le speranze dei mercati e la realtà economica e della pandemia rafforza in noi l’idea che in questo momento è meglio essere prudenti e non inseguire le fasi rialziste, ma piuttosto puntare in modo graduale e selettivo sui temi di investimento meglio posizionati verso un lento percorso di recupero. I motivi per rimanere vigili, oltre al clima d’incertezza legato ai tre cicli menzionati sono i seguenti: in primo luogo, il riaccendersi della rivalità tra Usa e Cina nell’ambito del “vediamo a chi dare la colpa dell’epidemia” è stato il principale rischio che è riemerso a maggio.

In secondo luogo, non è ancora chiaro quale sarà l’esito delle elezioni americane. In terzo luogo, i mercati emergenti sono alle prese con i rischi legati ad alcuni paesi, come nel caso del Brasile. Infine, le conseguenze a lungo termine (contrazione del commercio mondiale, riequilibrio delle politiche favorevoli al lavoro, trasformazione dei business model e accelerazione di trend come lo smart working) del Covid-19 sono complesse e rimangono sotto osservazione. Durante gli ultimi tre mesi, che non hanno eguale nella storia recente, abbiamo cercato di perseguire il doppio obiettivo di proteggere i capitali d’investimento da perdite permanenti e di disporre dello spazio per poter aggiungere in portafoglio le opportunità d’investimento che si presentavano. Manteniamo questo orientamento e consigliamo agli investitori di prestare attenzione ai seguenti aspetti.

Liquidità. È un aspetto cruciale nella gestione della transizione dalla frase più profonda della crisi a una ripresa incerta. La crisi ha evidenziato che la liquidità dovrebbe essere un parametro importante nella costruzione dei portafogli malgrado i recenti segnali di miglioramento. Infatti, la liquidità sui mercati del credito si è assottigliata ed è più costosa rispetto alla fase pre-Covid-19. Gli investitori dovrebbero mantenere una certa liquidità per le strategie difensive e aggressive così da potersi riposizionare in alcune aree del mercato non appena affiorano delle opportunità;

Giudizio positivo sulle obbligazioni societarie investment grade. Questo segmento del credito dovrebbe beneficiare delle azioni delle banche centrali e il mercato primario può offrire delle opportunità. Gli investitori dovrebbero tuttavia rimanere molto selettivi sui settori e sui titoli, puntando su quelle società che hanno bilanci solidi e su quelle attività che sono in grado di resistere al lockdown dell’economia;

Esposizione al rischio conservativa per le azioni in un contesto di ulteriore revisione della crescita degli utili per azione. Ci sarà una svolta solo quando sarà disponibile il vaccino o una cura potenziale perché questi solo gli unici elementi che potrebbero determinare una ripresa permanente e indurre un cambiamento positivo nel comportamento dei consumatori;

Prudenza sui mercati emergenti alla luce dei crescenti rischi geopolitici, con delle opportunità nel credito e tra le azioni asiatiche e cinesi, tuttavia va monitorata l’evoluzione dei rapporti tra Cina e Stati Uniti (le recenti tensioni potrebbero causare un peggioramento del sentiment). Il mercato del credito sta scontando un aumento aggressivo dei default, ma molti dei titoli più in difficoltà sono già a livello distressed, e alcuni di essi hanno addirittura già avviato una ristrutturazione del debito. Gli investitori dovrebbero individuare quelle società che sono in grado di elaborare un piano efficace per superare questa fase di difficoltà;

Il Covid-19 sta imprimendo un’accelerazione all’importanza dei criteri Esg. Mentre la componente ambientale e quella della governance rimarranno in cima all’elenco delle priorità, l’attenzione verso una maggiore eguaglianza sociale, verso un trattamento equo dei lavoratori e verso la loro salute farà sì che la componente sociale dei criteri Esg acquisisca maggiore importanza. I riflettori saranno puntati sul modo in cui le società agiscono nell’interesse di tutti gli stakeholder e della comunità e ciò si tradurrà in un maggior impatto sui prezzi delle azioni di alcuni fattori di rischio degli Esg. Si apriranno quindi nuove opportunità per i gestori attivi sia nel comparto azionario, sia in quello obbligazionario

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!