Svizzera, Pil in calo del 2,6% nel primo trimestre

Coronavirus e lockdown hanno pesato non poco anche sul prodotto interno lordo della Svizzera: nel primo trimestre il Pil è calato del 2,6%, contro una crescita dello 0,3% nei tre mesi precedenti. Una diminuzione decisa si osserva in particolare nel commercio (-4,4%) e nel settore alberghiero e della ristorazione (-23,4%), che ha dovuto fare i conti, già da inizio marzo, con la diminuzione degli ospiti dall’estero.

Un impulso negativo di dimensioni storiche è inoltre arrivato, come riportato dal sito web della Rsi, dal settore sanitario (-3,9%), poiché molti trattamenti sono stati temporaneamente sospesi. Le misure di contenimento sanitarie e la grande insicurezza hanno portato alla massiccia diminuzione dei consumi privati (-3,5%). La chiusura dei negozi a partire dal 17 marzo ha determinato un forte calo nell’acquisto di mobili e abbigliamento, ma le spese per la mobilità, il tempo libero e la salute sono diminuite fortemente. Il ramo trasporti e comunicazioni (–5,1%) ha fatto registrare la maggiore perdita degli ultimi 30 anni, a causa della soppressione di gran parte dei voli e dei collegamenti ferroviari.

L’industria manifatturiera (-1,3%) ha fatto registrare il maggiore calo dopo quello dovuto la rimozione del tasso di cambio minimo tra franco e euro a inizio 2015. Vi è stata una sensibile diminuzione delle esportazioni in molti settori industriali. Si è in compenso sviluppata positivamente la voce dell’export dei prodotti chimico-farmaceutici.

Domanda interna svizzera sostenuta dalla spesa pubblica

Anche gli investimenti nelle costruzioni si sono sviluppati al ribasso (–0,4 %), così come quelli nei beni di equipaggiamento (–4,0 %).

Il consumo dello Stato (+0,7 %) è stata l’unica componente della domanda interna a sostenere la congiuntura. La domanda finale interna (–2,7 %) ha subito la contrazione più marcata degli ultimi decenni.

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