Nasdaq oltre la soglia dei 10.000 punti, nuovo picco o stabile uptrend?

Benchè ieri sia stato oggetto di qualche presa di beneficio, a inizio settimana l’S&P 500 ha superato il livello di fine 2019. E il fatto che lo abbia fatto nel giorno in cui il National Bureau of Statistics ha sancito l’entrata in recessione degli Usa aggiunge un tocco di irrealtà a una situazione che già sembra paradossale da un buon numero di punti di vista. Tanto pià che il Nasdaq ne ha approfittato per segnare il nuovo massimo storico.

A offrire il carburante per lo spunto l’annuncio da parte della Fed di un ampliamento del Main Street Program, lo schema, che dovrebbe partire a breve, vede il taglio dei prestiti scendere a 250mila da 500mila e l’estensione passare da quattro a cinque anni, con possibilità di rinviare i pagamenti del capitale per due. Alle banche sarà chiesto di tenere solo il 5% del prestito, non più il 15%. L’impressione che se ne ricava è che dalle parti della FED il senso di allarme non sia ancora passato, nonostante il clamoroso recupero dei mercati. Depone a favore di un prossimo meeting dai toni accomodanti, se qualcuno avesse avuto dubbi.

I temi della seduta USA hanno sostanzialmente ricalcato quelli dell’Europa, con banche e ciclici in calo. La differenza è che gli Usa hanno il Nasdaq e le Fang.

Altra price action degna di nota del pomeriggio è stata il significativo indebolimento del Dollaro contro Euro e Yen in particolare. La cosa è interessante perchè recentemente la narrativa globale ha chiaramente collegato la direzione del biglietto verde col risk appetite, alla luce della recente discesa, e su questa base, visto il tono negativo odierno, in pochi si stupivano di vedere un dollaro forte in mattinata. Ma il cambio di direzione non ha portato significativi miglioramenti al sentiment, mentre il biglietto verde ha continuato a guadagnare contro emergenti. Certo abbiamo la FED e ci può stare che il mercato dei cambi si predisponga ad un outcome dovish. Ma è anche vero che il dollari non ha fatto che scendere di recente, e quindi sembra difficile parlare di “positiong squaring” in vista del FOMC.

Ormai la parte degli small traders in questo rally è diventata mainstream, tra esposizione rialzista in derivati, titoli di aziende in bancarotta che triplicano, ETF che vedono gli asset esplodere, IPO che volano, e unicorni che fanno nuovi massimi – avverte  Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr – il fenomeno domina i media. Quanto ci vuole per causare una cascata di margin call?”


Il Put/call ratio ha segnato 0.37. E’ andato sotto questo valore solo quattro volte negli ultimi 16 anni. La media a 10 giorni è a 0.47. “E’ successo una sola altra volta negli ultimi 15 anni, nell’aprile del 2010” segnala Sersale.

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