Bper Banca pronta a rilanciare su sportelli Ubi-Intesa: farà bene?

Bper Banca sotto i riflettori: l’istituto emiliano secondo indiscrezioni di stampa starebbe valutando di aumentare il numero di sportelli da acquistare da Intesa Sanpaolo in caso di successo dell’Ops di quest’ultima su Ubi Banca, così da venire incontro alle richieste manifestate dall’Antitrust. Bper Banca in sostanza sarebbe pronta a rilevare un centinaio di sportelli in più, facendo dunque salire il range a 500-600 sportelli rispetto agli iniziali 400-500 (e ai 600-650 che l’Antitrust potrebbe ritenere necessari per autorizzare l’Ops).

Nel caso, si tratterebbe di un incremento davvero significativo, pari a circa il 50% della rete attuale (meno di 1.200 sportelli) e viene da chiedersi se davvero nel 2020 valga la pena di investire così tanto su una rete “fisica”, non solo per il possibile impatto di ulteriori pandemie (e relative restrizioni operative), quanto per i costi associati e la crescente abitudine degli italiani ad utilizzare i servizi di online banking.

Tutto dipenderà ovviamente dal prezzo: finora l’istituto modenese ha previsto un aumento di capitale massimo di 1 miliardo di euro, prevedendo di crescere soprattutto in Lombardia e Piemonte (aree dove tuttoggi l’epidemia di coronavirus continua a fare nuovi contagi), con un effetto positivo sulla base clienti stimato in circa il 40% di incremento rispetto ai livelli correnti, cui dovrebbe corrispondere un analogo incremento del portafoglio crediti e un totale attivo superiore ai 100 miliardi di euro.

Un nuovo accordo tra Bper Banca e Intesa Sanpaolo dovrebbe essere trovato al più tardi entro l’inizio della prossima settimana, così da consentire alla banca guidata da Carlo Messina di presentare i nuovi assetti nel corso dell’audizione collegiale davanti all’Antitrust del 18 giugno. Da quando Bper Banca ha annunciato l’aumento (che non è chiaro se andrà rivisto al rialzo o rimarrà fissato a 1 miliardo) il 17 febbraio scorso, le quotazioni, complice la crisi da coronavirus, si sono dimezzate passando da 4,88 agli attuali 2,34 euro per azione, toccando un minimo di periodo a 1,869 euro il 25 maggio.

Il quadro tecnico

Graficamente il titolo Bper Banca (1,2 miliardi di capitalizzazione a Piazza Affari) appare inserito in un trend rialzista di brevissimo termine partito proprio dopo i minimi dello scorso 25 maggio. Più a breve-medio termine la fase laterale attuale potrebbe indicare un’accumulazione che sarebbe poi seguita da un nuovo e più deciso impulso rialzista. Il fatto però che le quotazioni si mantengano poco sopra la media mobile a 14 sedute (a 2,33 euro) e sotto quella a 7 sedute (a 2,47 euro), così come il rarefarsi dei volumi di scambio nelle ultime sedute, pare indicare tuttavia che il trend sta perdendo forza e dunque non sono da escludere nuove correzioni tecniche.

Se i supporti in area 2,32-2.325 terranno, la strategia rialzista che ha come obiettivo quota 2,85 euro rimarrà valida, in caso contrario potrebbe essere opportuno attendere prima di rientrare sul titolo che le quotazioni scendano a 2,25 o anche a 2,17 euro, dove si trovano i primi supporti statici. Al di sotto di tali livelli è possibile un’accelerazione ribassista sino a 2,05-2,55 euro per azione. Nessuna indicazione viene fornita al momento dallo stocastico né dall’indicatore di forza relativa (Rsi), entrambi attorno ai rispettivi valori mediani, a conferma dell’incertezza che continua a gravare sul titolo (e più in generale sul settore bancario, visto l’impatto dell’emergenza coronavirus).

Bper in Borsa negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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