Bper Banca pronta a comprare 532 filiali “a sconto” da Intesa Sanpaolo

Bper Banca aggiorna l’intesa con Intesa Sanpaolo fissando dei paletti: anziché 400-500 filiali rileverà, in caso di successo dell’Ops della banca guidata da Carlo Messina su Ubi Banca, 532 filiali, con circa 29 miliardi di depositi e 31 miliardi di raccolta indiretta, nonché circa 26 miliardi di crediti netti. L’integrazione, che viene incontro alle osservazioni dell’Antitrust, incrementa gli impieghi netti rilevati dall’istituto emiliano di 4,5 miliardi, che saranno costituiti solo da crediti “in bonis”. Bper Banca ha già confermato che l’operazione migliorerà la qualità del credito, con un Npe Ratio lordo stimato pari all’8,4%, se calcolato proforma sui dati al 31 marzo 2020. Confermata anche la solidità patrimoniale del gruppo Bper con un Cet1 ratio “fully loaded” consolidato pro-forma atteso pari al 12,5% a fine anno.

Gli asset acquistati verranno valorizzati nella misura del minore tra due parametri: 0,55 volte il valore del Common Equity Tier 1 del ramo di attività acquisita, ovvero il 
78% (e non l’80% come definito inizialmente) del multiplo implicito riconosciuto da Intesa Sanpaolo per il Common Equity Tier 1 di Ubi Banca. In entrambi i casi Bper Banca rileverà “a sconto” gli attivi rispetto a quanto implicitamente pagherà Intesa Sanpaolo. L’aumento di capitale previsto per massimi 1 miliardo è stato confermato, tanto più che l’esborso effettivo non dovrebbe superare i 600-700 milioni (rispetto ai 500-600 milioni inizialmente atteso).

La notizia è positiva per Bper Banca e rimuove almeno in parte l’incertezza sul titolo, che però oggi perde come tutti a Piazza Affari per il riemergere di timori legati ai sempre più numerosi nuovi focolai di Covid-19 in giro per il mondo, dagli Usa alla Cina, dal Giappone al Sud Africa. Così dopo la prima ora di contrattazioni il titolo, che capitalizza poco meno di 1,2 miliardi ai prezzi di venerdì sera, scivola in rosso del 2% a 2,233 euro con volumi che sono già discreti e prossimi ai 2 milioni di pezzi scambiati.

Il giudizio degli analisti su Bper

Il consenso sul titolo resta moderatamente rialzista con 2 giudizi positivi e 6 neutrali (nessuno negativo) e un target price di consenso di 2,81 euro per azione. Dopo la correzione della scorsa settimana (-10,2%) il titolo tratta circa un 34% al di sotto dei valori dello scorso anno, con un P/E normalizzato di circa 12 volte. Dal punto di vista grafico la correzione della scorsa ottava ha fatto uscire il titolo dal trend rialzista di breve, riportandolo in un movimento di consolidamento laterale.

La strategia rialzista che indicava 2,4 e poi 2,8 euro per azione come possibili target è messa a rischio e un eventuale caduta sotto i 2,1 euro per azione farebbe scattare la stop loss e liquidare le posizioni, pesando ulteriormente sul titolo. Sotto i 2 euro per azione poi si tornerebbe in una “buy area” che tra gli 1,5 e i 2 euro vedrebbe come possibili obiettivi di un successivo rimbalzo prima gli 1,8 e poi appunto i 2 euro per azione (in questo caso la stop loss andrebbe posizionata appena sopra gli 1,3 euro per azione).

Nella giornata, i supporti sono indicati sui 2,17 euro, mentre le resistenze più immediate sono fissate a 2,42 e poi a 2,48 euro per azione. Contro Bper Banca nell’immediato gioca anche il fatto che le quotazioni siano scivolate sotto le medie mobili a 7 e a 14 sedute. Se non altro quella più veloce (attorno ai 2,45 euro) si mantiene ancora sopra quella più lenta (a 2,34 euro circa) e questo potrebbe consentire in caso di ritorno d’interesse una tenuta del trend di breve periodo ed eventualmente un rimbalzo tecnico una volta che sul mercato sarà di nuovo tornata la calma in relazione all’emergenza sanitaria (che se tornasse rischierebbe di vanificare non solo il rimbalzo di borsa ma anche gli sforzi fatti per contenere i danni a livello economico).

L’incertezza del trend di brevissimo/breve termine è confermata dal valore dello stocastico, nella parte inferiore della banda d’oscillazione, al pari dell’indicatore di forza relativa (Rsi), a sua volta posizionato nella banda inferiore di oscillazione anche se poco distante ancora dalla mediana. Per chi avesse avuto il titolo in portafoglio e dovesse conservare qualche margine di profitto, meglio alleggerire le posizioni, chi invece non fosse riuscito a cavalcare il rimbalzo dai minimi di fine maggio potrebbe attendere ancora qualche seduta o iniziare gradualmente ad accumulare in previsione di possibili ulteriori rimbalzi di brevissimo termine che, in caso di tenuta del quadro generale, dovrebbero poi dar spazio a un nuovo recupero.

Bper in Borsa negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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