Una flessione, senza drammi

Patrizio Pazzaglia

La correzione avviata dai listini azionari di tutto il mondo non sembra aver ancora esaurito i suoi perniciosi effetti, se è vero che neanche il buon dato macroeconomico americano, rappresentato dalla crescita del 5,7% del Pil nell’ultimo trimestre dell’anno, è riuscito ad esercitare un benefico influsso sulle borse.
Invero, l’analisi delle componenti che hanno contribuito ad un simile exploit dell’economia a stelle e strisce dimostra come il propellente più importante sia ancora costituito dalla ricostituzione delle scorte, mentre è sempre flebile ed anemica la domanda per i consumi e gli investimenti.
La valenza che gli economisti attribuiscono alla variabile “magazzino” è ovviamente di tipo transitorio, da qui la delusione dei mercati finanziari che hanno, da sempre, l’orologio spostato in avanti e già si interrogano sulla sostenibilità della crescita nei prossimi trimestri.
Anche la forza del biglietto verde non aiuta la ripresa delle borse, alimentando la chiusura delle posizioni “long” sui listini azionari, in precedenza costruite utilizzando i finanziamenti “a basso costo” denominati in dollari americani.
Il tutto acuito dai problemi legati al debito sovrano di alcuni stati dell’eurozona come Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna e dalle proposte di regolamentare in modo più stringente l’operatività delle banche e spingerle ad incrementare la loro capitalizzazione.
In effetti, la prossima implementazione dei nuovi limiti di Basilea dovrebbe comportare, per gli istituti europei, la necessità di aumentare il loro patrimonio di base per un ammontare totale superiore agli 80 miliardi di euro, secondo le stime elaborate dagli analisti di Morgan Stanley.
E, per finire, l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha messo nel mirino, per un possibile declassamento dei rating, le banche inglesi. Ci permettiamo di far notare che nessuna di queste situazioni, tranne il rafforzamento del dollaro americano, rappresenta una vera e propria novità per gli investitori.
L’articolo completo lo puoi trovare su Soldi,
in edicola in questi giorni

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: