Svizzera, la Bns conferma la politica monetaria e i tassi negativi

Nel momento in cui la crisi innescata dal coronavirus ha rilanciato il ruolo del franco svizzero come bene rifugio, la Banca Nazionale Svizzera non cambia la propria politica monetaria, contraddistinta da tassi negativi e interventi sul mercato dei cambi per contenere il rafforzamento della moneta nazionale. Un rischio che nelle scorse settimane ha indotto l’istituto elvetico a intervenire pesantemente per contenere le ripercussioni sull’economia del Paese che quest’anno, stando alla stessa Bns, dovrà affrontare una contrazione del Prodotto Interno Lordo del 6%.

Lo ha confermato giovedì il presidente della Bns Thomas Jordan durante la presentazione del Rapporto sulla stabilità finanziaria. Nonostante i segnali di ripresa rilevati in maggio, la banca nazionale si attende che anche in Svizzera la piena ripresa economica non sia immediata e che il Pil non torni al livello pre-crisi. Se dovesse confermarsi la prevista contrazione di sei punti percentuali si tratterebbe della flessione più marcata dalla crisi petrolifera degli anni ’70, sottolinea lo stesso istituto.

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