A cura di Eva Fornadi, Gestore del fondo Comgest Growth Europe Opportunities di Comgest
Già nelle prime due-tre settimane di febbraio ci siamo resi conto che il virus poteva arrivare in Europa e abbiamo cercato di valutarne i possibili effetti, consapevoli che questa non sarebbe stata una crisi come le altre e che anche i settori più difensivi sarebbero stati impattati. Quello che abbiamo cercato di fare è rimanere concentrati sui fondamentali delle aziende.
Anticipando una fase in cui tutte le aziende avrebbero dovuto sospendere le proprie attività per un periodo non precisato di mesi, ci siamo focalizzati solo su quelle società che avessero dei bilanci solidi e delle risorse che gli permettessero di poter affrontare un periodo di almeno due o tre mesi di chiusura totale, senza generare fatturato e quindi flussi di cassa. In generale, quindi, abbiamo preferito le società con un alto livello di liquidità e non troppo indebitate.
Il nostro posizionamento rispetto a settori e/o aree geografiche è il risultato del processo di selezione bottom-up che seguiamo, non deriva da scelte strategiche che facciamo a priori. La ricerca di aziende in grado di sopravvivere in un ambiente in cui la maggior parte delle attività è stato sottoposto alle misure restrittive del lockdown ci ha portato verso titoli di aziende farmaceutiche o tecnologiche che spesso erano già nel nostro portafoglio, perché è in questi settori che vediamo dei trend secolari di forte crescita. Quindi, volendo semplificare, anche nei prossimi mesi rimarremo esposti sui titoli delle aziende che operano in questi settori, per il semplice fatto che queste aziende lavorano su dei trend che vediamo in crescita nel futuro come, per esempio, l’invecchiamento della popolazione e la ricerca di nuovi farmaci per malattie da curare, di cui Covid è solo l’esempio più recente.
Siamo molto attenti ai livelli di liquidità e di indebitamento dell’azienda, e a indicatori come la redditività del capitale proprio. Quello che ci fa capire se un’azienda è davvero solida o meno è il modo in cui si finanzia. Preferiamo le società in grado di “autofinanziare” il business attraverso la crescita organica orientata al lungo termine, senza ricorrere necessariamente a ulteriore indebitamento e/o alla crescita per linee esterne.
Far crescere il proprio business solo comprando pezzi di fatturato da altre società a volte può creare distorsioni nelle valutazioni. Per questo motivo noi cerchiamo di evitarlo. Quindi cerchiamo aziende che possano crescere da sole attraverso innovazione, investimenti, diversificazione e differenziazione dei loro servizi.
Un esempio è la società Temenos che fornisce software bancari a quattro grandi realtà del mondo creditizio internazionale. Poi c’è la danese Ambu – che da inizio anno guadagna più del 90% – che produce apparecchiature polmonari per la broncoscopia. Questi sono due esempi virtuosi dei settori che hanno beneficiato dalla crisi sanitaria-economica del primo trimestre. Dall’altro lato del portafoglio, invece, troviamo nomi di aziende che operano nei settori aperti al retail come i viaggi e il commercio al dettaglio.
Un nome che ha perso in Borsa ma che abbiamo deciso di mantenere in portafoglio è Wizz Air, perché a nostro avviso una volta che il blocco alla circolazione delle persone fra i Paesi dell’Europa continentale verrà rimosso le persone torneranno a viaggiare all’interno del continente e lo faranno scegliendo in primo luogo compagnie con tariffe low cost accessibili a tutti. Inoltre, guardando al bilancio della compagnia abbiamo notato che è stata in grado di non bruciare molta cassa durante i mesi del lockdown. Per questo abbiamo anche aumentato la nostra partecipazione al capitale dell’azienda.
Crediamo che ancora oggi l’ambiente in cui investiamo sia caratterizzato da estrema incertezza. Dobbiamo quindi rimanere molto vigili per evitare che nuove ondate di volatilità vanifichino le performance ottenuto sino ad ora. Per questo motivo ora ci stiamo concentrando sul dialogo costante e costruttivo con i management delle società in cui siamo investiti per poter essere in grado di valutare in anticipo rispetto all’arrivo di un’altra crisi un’eventuale problematica del business.