Ubi Banca, l’Ops di luglio sosterrà le quotazioni?

Alla fine l’Offerta pubblica di scambio promossa da Intesa Sanpaolo sulle azioni Ubi Banca ce l’ha fatta a partire. Dopo l’approvazione, giunta ieri, del prospetto informativo da parte di Consob l’Ops decollerà il 6 luglio, per concludersi il 28 del mese salvo eventuali proroghe. Un periodo di adesione piuttosto ampio che potrebbe essere indice di una incertezza ancora relativamente elevata sull’esito dell’offerta. Se è vero che l’Ops sarà valida a patto che vengano consegnate almeno il 50% più un’azione di Ubi Banca, da tempo il vero traguardo appare essere quello della soglia del 67%.

I soci (fondazioni bancarie e grandi famiglie bresciane e bergamasche) che si oppongono all’operazione, paventando di diventare altrimenti irrilevanti, potrebbero infatti raggiungere la soglia del 34% nel caso in cui alcuni gestori, e in particolare Parvus Asset Management (società società d’investimento londinese fondata da Edoardo Luigi Raphael Mercadante che attraverso 9 fondi gestisce circa 5,5 miliardi di dollari di patrimonio), cui fa capo il 7,9% di Ubi Banca (più un ulteriore 0,7% tramite swap) decidesse di non aderire all’offerta.

Sulle conseguenze di tale eventualità i commenti divergono: fonti vicine a Intesa Sanpaolo hanno già ricordato come la cessione di 600 sportelli, condizione a cui l’Antitrust ha legato il suo via libera all’operazione, si configura come cessione di ramo d’azienda ed è dunque, da statuto Ubi Banca, riservata al Cda e non all’assemblea straordinaria. Altre fonti, vicine al nucleo di soci contrari all’operazione, sostengono che sarà invece necessaria deliberare prima la fusione tra i due istituti, cosa che passando per l’assemblea straordinaria richiederebbe appunto una maggioranza di almeno il 66,6% più un’azione a favore.

Al di là dell’esito dell’Ops, che pur essendo stata presentata come “non aggressiva” da Intesa Sanpaolo di fatto si configura come un take over ostile ma difficilmente vedrà una modifica delle condizioni proposte (verranno offerte 17 azioni Intesa Sanpaolo di nuova emissione per ogni 10 azioni Ubi Banca portate in adesione all’Ops), durante il prossimo mese sarà difficile assistere a rilevanti cadute delle quotazioni della stessa Ubi Banca, salvo un tracollo generale dei listini azionari che le continue misure straordinarie da parte delle banche centrali (oltre che dei governi) rendono peraltro poco probabile.

Il giudizio degli analisti su Ubi Banca

Stamane i due titoli hanno aperto in moderato rialzo con Ubi Banca a +0,7% dopo un’ora abbondante di lavoro, a 2,895 euro per azione con oltre 2 milioni di pezzi scambiati, Intesa Sanpaolo ferma appena sotto la chiusura di ieri. Su Ubi Banca il target price di consenso è di 3,05 euro per azione, con 5 giudizi positivi, 6 neutrali e solo uno negativo.

L’analisi tecnica evidenzia un trend di medio periodo positivo, che nel breve verrà sostenuto come detto dall’Ops di Intesa Sanpaolo e dall’appeal speculativo di Ubi Banca, che anche in caso di fallimento dell’offerta appare destinata ad aggregarsi con altri soggetti (in passato si era più volte parlato di Banco Bpm, eventualmente anche per poi aggregare Mps).

Graficamente le quotazioni si collocano sopra la media mobile veloce a 7 sedute e quella lenta a 14 sedute, rispettivamente a 2,865 e a2,828 euro per azione. Finché i prezzi rimarranno sopra le due medie e queste procederanno distaccate e con un’inclinazione positiva il trend sarà ben definito, anche se la recente frenata dei volumi potrebbe portare a una maggiore volatilità delle quotazioni intragiornaliere.

Primi obiettivi in giornata sono indicati a 2,98 (target di una strategia rialzista di brevissimo periodo) e poi a 3,05 euro, dove si trovano alcune resistenze statiche. In caso di rallentamento degli ordini d’acquisto o di nuove turbolenze che coinvolgessero il comparto bancario, i primi supporti sono, a brevissimo, a 2,82 euro (stop della strategia rialzista di brevissimo periodo) e poi più sotto a 2,76 euro e a 2,69 euro. Per azione.

Ubi Banca in Borsa negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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