Draghi, governo economico continentale

Come preannunciato, il discorso tenuto dal governatore di Bankitalia Mario Draghi presso il sedicesimo congresso degli operatori del mercato organizzato a Napoli dalle associazioni Atic e Assiom Forex è stato incisivo.
Il suo intervento è di ampio respiro, Draghi dà spazio a tematiche europee andando ad accendere l’interesse di tutti quegli argomenti che contraddistinguono l’attuale congiuntura economica: dall’euro al livello dei tassi, dalla crescita economica italiana alle sue possibili soluzioni.
Secondo il governatore non esiste un reale pericolo per la moneta unica, poiché l’euro è saldo, ma esistono dei rischi d’instabilità finanziaria di fronte alla crisi economica, che per essere superata richiede dall’Unione Europea una volontà comune per un governo economico continentale.
Per Draghi insomma le strade da seguire sono chiare: occorre prestare più attenzione alle strutture economiche, approvando quelle riforme di cui il sistema necessita, senza però perdere di vista la cura dei bilanci pubblici.
 
Più caute le sue parole invece su eventuali aumenti dei tassi d’interesse. Secondo il governatore di Bankitalia, infatti, l’aumento del costo del denaro a lungo termine potrebbe suscitare un effetto sull’economia reale, con possibili ripercussioni sui bilanci delle banche e con la rimessa in discussione del rafforzamento del sistema finanziario.
Ora come ora una stretta monetaria non sarebbe giustificata, considerato anche che nella zona euro non emergono rischi di inflazione nel medio termine. Tuttavia, appare scontato che a breve la Bce abbandoni gradualmente le misure straordinarie di sostegno alla liquidità, seguendo tempistiche atte a non ostacolare la ripresa né che, all’opposto, possano mettere a rischio la stabilità dei prezzi.

Per quanto riguarda invece la crisi economica, il governatore riconosce che l’Italia ha resistito meglio di altri paesi all’impatto della crisi, tuttavia ne sta uscendo con una forte perdita di produzione e reddito e con un tasso di crescita ai minimi europei.
Per affrontare tale situazione Draghi insiste sulla necessità di promuovere subito delle riforme strutturali che possano garantire crescita e stabilità finanziaria.
Dopo la caduta del Pil nel 2009 di quasi il 5%, il recupero sarà lento, con ampie incertezze legate in particolare agli andamenti del ciclo internazionale e alle condizioni del mercato del lavoro.
Finché l’occupazione continuerà a calare permane comunque il rischio di ripercussioni sui consumi, quindi sulla stessa crescita economica.

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