Tre indicatori per capire come sarà la ripresa Usa

A cura di Morningstar

Wall Street ha ripreso la sua corsa dopo i minimi toccati a marzo. L’indice azionario Morningstar US non è ancora tornato ai livelli di inizio anno, ma dal punto più basso (23 marzo) al 23 giugno ha guadagnato il 37,8% in dollari (+30% in euro). Alcuni dati macro positivi, come quelli sull’occupazione e le vendite al dettaglio, hanno dato una boccata d’ossigeno agli investitori. L’economia sembra essersi rimessa in moto, grazie anche agli ingenti stimoli fiscali. Ma il percorso non è privo di ostacoli, come mostra la recente revisione al ribasso delle stime di crescita da parte del Fondo Monetario Internazionale e i timori di una seconda ondata pandemica, in un contesto sociale che rimane teso.

Ecco tre indicatori da tenere sotto osservazione e le previsioni degli analisti di Morningstar per la fase post-Covid-19.

Disoccupazione, lo stop è temporaneo

I dati del 5 giugno sull’occupazione americana hanno sorpreso in positivo. A maggio sono stati recuperati circa 4 milioni di posti di lavoro rispetto ad aprile, di cui una fetta importante nelle industrie più colpite dalla pandemia di Coronavirus come la ristorazione o il settore alberghiero. Il tasso di disoccupazione è intorno al 13%, livello superiore alle precedenti recessioni, ma molti lavoratori dichiarano che si tratta di uno stop momentaneo alle attività, non permanente.

“Non ci aspettiamo danni duraturi al mercato del lavoro”, afferma Preston Caldwell, senior equity analyst di Morningstar. “Solo l’1,9% delle perdite occupazionali è stimato come definitivo, un livello inferiore alle ultime due recessioni. Pensiamo che il tasso di disoccupazione scenderà sotto il 10% nella seconda parte del 2020. Entro il quarto trimestre 2021 prevediamo una ulteriore riduzione al 6,5%, che è comunque ancora una percentuale superiore a fine 2019 (3,5%)”.

La maggior parte dei lavoratori dichiara che la perdita del posto è temporanea

La maggior parte dei lavoratori dichiara che la perdita del posto è temporanea

Consumi, la svolta dello shopping online

Tra gennaio e aprile 2020, i consumi personali sono crollati del 19,4% (in termini nominali), il calo più ampio negli Stati Uniti da dopo la Seconda guerra mondiale. Distanziamento sociale e lockdown sono le motivazioni principali. A maggio si è registrata una sensibile ripresa delle vendite al dettaglio, che indica un miglioramento del sentiment. L’e-commerce ha avuto un ruolo centrale durante la pandemia e nel far ripartire gli acquisti. Secondo le elaborazioni Morningstar, da gennaio a maggio, l’incremento dello shopping online è stato del 27%. Il grafico qui sotto mostra che il passaggio dai negozi fisici al web ha avuto un impatto significativo nel ritorno ai consumi a maggio.

Ruolo dell’e-commerce (nonstore retailers) nella ripresa dei consumi a maggio

Ruolo dell’e-commerce (nonstore retailers) nella ripresa dei consumi a maggio

Secondo i ricercatori di Morningstar, gli ingenti stimoli fiscali sono stati utili a contenere il crollo dei consumi anche se, in una prima fase, gli americani sembra abbiano preferito utilizzarli per accantonare risorse più che spenderli. Infatti, il tasso di risparmio è salito al 33% in aprile, mentre a marzo era sotto il 15%. “Pensiamo che questi stimoli sosterranno ancora di più i consumi una volta che le preoccupazioni sul distanziamento sociale cadranno”, dice Caldwell. “Abbiamo già cominciato a vedere qualcosa a maggio e inizio giugno”.

Pil, non è come il passato

Morningstar stima un calo del Prodotto interno lordo (Pil) reale americano del 5,1% nel 2020, in gran parte dovuto alla diminuzione dei consumi delle famiglie. Gli investimenti delle imprese non dovrebbero essere colpiti così pesantemente come nelle precedenti recessioni, grazie alle azioni politiche messe in atto per sostenere l’economia e alla ripresa dei corsi azionari.

“Prevediamo un rapido ritorno alla crescita dal 2021 e incrementi superiori alle stime pre-Covid-19 negli anni successivi”, spiega Caldwell. “Ed entro il 2024, il Pil dovrebbe essere solo l’1% sotto le nostre analisi precedenti la pandemia”.

Le previsioni di Morningstar sul Pil Usa e confronto con altre stime

Le previsioni di Morningstar sul Pil Usa e confronto con altre stime

Danni limitati nel tempo

I dati suggeriscono che al momento i danni di lungo termine provocati dal Coronavirus sull’economia sono contenuti. Tuttavia, è chiaro che solo la disponibilità di un vaccino su larga scala potrà spianare la strada al ritorno alla normalità sia negli Stati Uniti sia nel resto del mondo. Arriverà entro la prima metà del 2021? E’ difficile rispondere alla domanda. Buone notizie sul fronte della sperimentazione possono migliorare il sentiment di consumatori e imprese, quindi favorire una più rapida ripresa dell’economia. Ma per ora le misure di distanziamento sociale continueranno a pesare sulle attività produttive e dei servizi, soprattutto in alcuni settori come il turismo o la ristorazione.

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