Evasione fiscale, da oggi più difficile

Una circolare diffusa oggi dall’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti relativi all’applicazione di misure cautelari in seguito all’impulso dato dal decreto anticrisi all’uso di questi strumenti, atti a contrastare i fenomeni di evasione da riscossione.
La precisazione sottolinea l’esistenza di un potere di ricorso a questi strumenti anche quando il contribuente evita la lite col Fisco e definisce “in pace” il rapporto tributario.

Nel caso in cui particolari e concrete ragioni lo richiedano, infatti, è possibile ricorrere alle misure cautelari sia quando il contribuente è ancora in tempo per aderire ai contenuti di un verbale o di un invito, sia dopo che ha già aderito. L’Agenzia può richiedere l’iscrizione dell’ipoteca sui beni del debitore e l’autorizzazione a procedere al sequestro conservativo anche a tutela dei crediti relativi alle imposte e agli interessi connessi ai processi verbali di accertamento.

L’Agenzia in passato già aveva stabilito degli indici antievasione, parametri che la circolare diffusa oggi aggiorna per rimanere al passo con i tempi e la rivalutazione monetaria.
Nel dettaglio, i nuclei di verifica del Fisco possono valutare se richiedere le misure cautelari nel caso in cui il processo verbale di constatazione contenga rilievi che comportino, tra l’altro, un recupero di maggiore imposta superiore a 120mila euro o di ritenute non operate sopra i 60mila euro.
Nonostante ciò, i funzionari verificatori possono comunque prescindere da questi indici se il comportamento del contribuente è spia di situazioni particolarmente a rischio per la riscossione del credito. Non solo, i nuclei di verifica possono ampliare ulteriormente l’analisi patrimoniale dei contribuenti, esaminando più a fondo i documenti di bilancio e ricorrendo a ulteriori indicatori più specifici.

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