Atlantia: si avvicina la resa dei conti per Aspi. Il quadro a Piazza Affari

Atlantia sotto i riflettori a Piazza Affari, col titolo che parte in rialzo di mezzo punto per poi invertire il segno e perdere un punto circa sui 14,5 euro per azione dopo la prima ora di lavoro, mentre l’annosa vicenda legata ad Autostrade per l’Italia (Aspi) e alla minacciata revoca della concessione sembra ormai matura per un finale che potrebbe essere tutto meno che clamoroso. Gli indizi a favore di un accordo, dopo due anni di scontri e toni molto accesi, soprattutto da parte della componente grillina del governo, non mancano. In primis, l’affidamento proprio ad Aspi del rinnovato ponte di Genova.

Una decisione presa, almeno ufficialmente, perché l’affidamento ad Aspi (anziché il ventilato affidamento a una Newco partecipata da amministrazioni locali e Anas, o ad un commissario, eventualmente lo stesso Bucci) consentirà di inaugurare il primo agosto il ponte, con relativa visibilità mediatica per Conte, che intento è tornato a chiedere ad Atlantia di accettare le condizioni poste dal governo “altrimenti c’è la procedura di revoca” e i suoi ministri.

In pratica, notano gli analisti, a rischiare è anche il Governo perché in giornata la Consulta potrebbe decidere a favore della concessionaria, che pur avendo pagato direttamente i 290 milioni per la realizzazione del nuovo ponte è stata estromessa dai lavori, affidati dal “decreto Genova” ad un consorzio formato da Fincantieri, We Build e Italferr. Un provvedimento contro il quale Atlantia ha fatto ricorso al Tar di Genova che ha chiamato in causa la Corte Costituzionale, una cui pronuncia favorevole al gruppo Benetton indebolirebbe ulteriormente la posizione del governo, che già oggi appare meno solida giuridicamente di quanto Conte e i suoi ministri non sembrino giudicare, almeno ufficialmente.

Il ruolo di Macquirie…

A fare da “paciere” potrebbe essere il fondo Macquarie, sempre più interessato alle infrastrutture di rete italiane. Gli australiani sarebbero interessati ad entrare in Aspi nell’ambito della prevista riduzione della quota dell’88% al momento in mano ad Atlantia (che secondo il governo dovrebbe uscire completamente o quanto meno scendere sotto il 50%, facendo spazio a Cdp e al fondo F2i), contribuendo così a rendere più sostenibile un piano di investimenti e manutenzione della rete che si prevede possa portare ad almeno 1,5 miliardi l’anno di interventi fino a fine concessione), anche a fronte dell’atteso calo di redditività dovuto alla volontà del governo di ottenere da Aspi un taglio dei pedaggi.

… e quello di McKinsey

Se tutto questo non bastasse, a mantenere alta l’attenzione su Atlantia è la decisione di affidare a McKinsey l’esame dei piani industriali da parte dei tre consorzi che hanno avanzato manifestazioni d’interesse per una quota di Telepass (Bain-Advent-Fsi, che sembra al momento avvantaggiata, Warburg Pincus-Neuberger Berman e Partners Group). Manifestazioni che di dovranno tradurre in offerte vincolanti sempre entro il mese prossimo, col risultato che quella del 2020 potrebbe essere l’estate più “calda” in borsa per Atlantia (nei cui confronti gli analisti fondamentali esprimono un target price medio di 17,6 euro per azione) da molti anni.

Il quadro tecnico di Atlantia

Gli analisti tecnici hanno già segnalato come dopo un primo tentativo di recupero il trend di brevissimo sia tornato neutrale, mentre quello di breve resta moderatamente negativo e consente l’apertura di posizioni speculative al ribasso, con un obiettivo a 14 euro per azione. Le quotazioni stanno tuttavia danzando molto vicine al livello di stop-loss (14,63 euro), per cui l’esito dell’operazione non è garantito ed anzi eventuali notizie favorevoli ad Atlantia potrebbero facilmente innescare una prima serie di ricoperture che potrebbero consentire il ritorno in area 15 euro e poi verso le resistenze poste a 15,20 e a 15,75 euro rispettivamente.

In caso di ulteriore proseguo del ribasso, ad esempio se i toni del governo si facessero ulteriormente aggressivi inducendo a prevedere una valutazione di Aspi inferiore anche ai 9-9,5 miliardi di cui si è parlato nelle ultime settimane, il titolo potrebbe tornare ad accelerare al ribasso sino almeno ai supporti in area 13,93-13,67 euro per azione. L’incertezza del quadro attuale è confermato dallo Stocastico, positivo ma non sufficiente a fornire indicazioni sulla direzione futura del trend secondario, mentre l’indicatore di forza positiva (Rsi) è di poco sopra la mediana, anche in questo caso fornendo un’indicazione positiva ma molto debole. Ugualmente poco significative le indicazioni del quadro grafico, con quotazioni e medie mobili a 7 e 14 giorni su valori molto vicini tra loro (a 14,5, 14,58 e 14,52 euro per azione, rispettivamente), da monitorare attentamente in vista di una possibile accelerazione al rialzo o al ribasso nelle prossime sedute.

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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