E’ il momento di aumentare l’aggressività in portafoglio?

A cura di Esty Dwek, Head of Global Market Strategy di Natixis IM Solutions

Il rally dei mercati azionari ha rallentato la sua corsa durante le ultime settimane, poiché l’aumento dei contagi frena l’entusiasmo legato alla ripresa. Gli Stati Uniti sono in ritardo rispetto al resto del mondo, con l’S&P500 che nelle ultime due settimane ha registrato un rendimento di poco superiore all’1,8%, mentre l’Msci World e lo Stoxx600 si sono rispettivamente attestati al 2,7% e al 3%. L’indice Vix si è stabilizzato intorno al 30. Su base settoriale, le migliori perfomance di questo periodo sono ascrivibili ad IT e consumi discrezionali, mentre i segmenti legati ad Energia e finanziari hanno perso terreno, ponendo fine alla rotazione appena iniziata.

Sta iniziando la stagione delle trimestrali ed è uno degli ostacoli che i mercati azionari si trovano a dover fronteggiare, anche se sembrano adottare una prospettiva più lungimirante. Gli utili del secondo trimestre ci indicheranno il punto da cui ripartire e ci aiuteranno a quantificare i danni. Le aspettative si attestano intorno ad un calo (degli utili) del 44% su base annua e dell’11,5% dei ricavi: qualsiasi risultato peggiore potrebbe zavorrare il sentiment.

Con i mercati che prezzano uno scenario di ripresa, i recenti ostacoli hanno frenato la propensione al rischio, ma crediamo che l’impatto dei rischi non ne arresterà la corsa quanto, piuttosto, che ci sarà un graduale movimento al rialzo. Infatti, è improbabile che le crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina vengano meno prima delle presidenziali; ci aspettiamo una maggiore volatilità dato che i mercati prezzano naturalmente il più probabile vincitore ma, all’interno di un contesto dominato da un sentiment bearish, elevati dosi di liquidità e il supporto delle banche centrali, riteniamo che le possibilità di flessione siano più contenute. Nonostante ciò, conserviamo un atteggiamento prudente e crediamo sia presto per rendere troppo aggressivo il posizionamento di portafoglio.

I mercati obbligazionari stanno registrando un buon andamento. I rendimenti del decennale americano sono scesi di 57 punti base dal picco del 19 febbraio scorso e si stanno attestando intorno allo 0,61% – comunque più in alto rispetto ai minimi storici dello 0,42%. Allo stesso modo, anche i Bund si sono ripresi e ora rendono -0,41%, in rialzo rispetto ai minimi storici di -0,85%. Considerati i continui timori, gli interventi delle Banche centrali e una ripresa che procede a ritmo lento, è probabile che i rendimenti obbligazionari rimarranno a lungo molto bassi.

Gli spread di credito hanno continuato a restringersi, più sull’high yield che in ambito investment grade. Gli spread dell’investment grade statunitense sono tornati a 141 punti basi – in netto calo rispetto ai massimi di 373 punti base. Anche l’high yield a stelle e strisce si attesta ai 582 punti base (rispetto ai massimi di 1100 punti base). Il restringimento è avvenuto anche nel Vecchio Continente laddove l’investment grade è passato dai massimi di 253 punti base ad un livello di 144 punti base e il segmento high yield dai 919 ai 518 punti base. Riteniamo che gli spread dovrebbero modificare il proprio range nel breve periodo, ma potrebbero restringersi ulteriormente più avanti. Conserviamo una preferenza per per l’Investment Grade rispetto all’High Yield, poiché i rischi di default persistono e vediamo opportunità nel debito societario degli Emergenti in valuta forte, dove c’è spazio per un’ulteriore compressione gli spread.

Nel complesso, continuiamo a essere prudenti, anche se riteniamo che le possibilità di flessione siano ormai più contenute. Monitoriamo gli scenari di rischio e i tassi di ospedalizzazione nello specifico per capire se ci saranno nuove fasi di lockdown, ma, nel medio termine, manteniamo una prospettiva più costruttiva.

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