Bond: volumi ed emissioni in aumento

La questione Atlantia ha condizionato per buona parte della settimana l’indice Ftse Mib a Piazza Affari ed anche le quotazioni delle obbligazioni. Tralasciando l’aspetto politico della questione circa le concessioni, che si è aperto da due anni dopo il tragico evento del ponte Morandi di Genova, l’aspetto finanziario lascia sicuramente qualche dubbio negli investitori, con movimenti dei prezzi che in “periodo normale” andrebbero messi sotto la lente degli organi di vigilanza. L’effetto di alcune dichiarazioni e la cassa mediatica successiva ha sicuramente spaventato molti investitori che ne sono usciti con le ossa rotte. Nella giornata di martedi il titolo perdeva in Borsa oltre il 15% e l’obbligazione retail  Autostrade 1.65% 2023 (codice Isin IT0005108490) con taglio da 2mile euro con multipli di mille emessa nel 2015 e quotata su Mot, perdeva oltre sette figure dal giorno precedente da quota 97 ad un minimo di 89,80. La risoluzione nella stessa notte portava il titolo Atlantia a un +25% il giorno successivo ed il titolo obbligazionario a quotare ai massimi di periodo a quota 98,20.

Le nuove obbligazioni governative sotto la lente

Dal lato dei governativi, il Tesoro ha messo in cascina oltre 6 miliardi di Btp Futura, confermando le cedole indicate inizialmente, con step up nei dieci anni al 1.15%, poi 1.3% ed infine l’ultima all’1.45%, a cui si unirà a scadenza il premio fedeltà sul pil (minimo 1%, massimo 3%) per chi avrà mantenuto il titolo in portafoglio dall’emissione.

Molti analisti hanno evidenziato il fatto che l’emissione sia un “mezzo successo”, rispetto al boom del Btp Italia 1.4% 2025 (isin IT0005410912) emesso a fine maggio e che raccolse oltre 22 miliardi di sottoscrizioni. Alla prima lettura potrebbe sembrare così, ma non basta fermarsi alla superficie e bisogna vedere invece il contesto delle due emissioni. Nel caso del Btp Italia, a cui si aggiunge alla cedola fissa dell’1.4%, il rateo inflazione ed un premio fedeltà a scadenza, il “timing” dell’emissione vedeva la curva dei tassi sul mercato più alta di ora.

Il Btp benchmark decennale che indirizza lo spread contro Bund era oltre l’1.8% con lo spread a quota 240. Poi gli interventi della Bce, il recovery fund e tutti gli altri temi sui tavoli internazionali a sostegno delle economie colpite dal virus, hanno permesso ai tassi d’interesse di rientrare ai livelli pre-covid, con lo spread contro Bund ora a quota 165 ed il rendimento decennale poco sopra l’1.2%. Un altro aspetto riguardante il Btp Italia è che la sottoscrizione era stata aperta per il retail  tre giorni, ma l’ultima giornata era esclusivamente per gli investitori istituzionali, che hanno alimentato il volume. Al contrario per il Btp futura, l’offerta era solo ed esclusivamente per i retail ed in un contesto di tassi adeguati al momento. Quindi per il Tesoro è stato un buon successo, in quanto l’esborso d’interessi sulla curva decennale è ai livelli minimi, mentre i 6 miliardi raccolti forse sono leggermente sotto l’aspettativa che si presumeva più vicina agli 8 miliardi. Comunque a distanza di pochi giorni le aste sui titoli governativi nella procedura standard  sono state molto buone, con forti richieste per la riapertura del Btp ventennale 3.10% 2040 (isin IT0005377152), mentre più tiepido è stato l’interesse per il nuovo Btp settennale 0.95% (IT0005416570) collocato per 5.3 miliardi.

Buoni volumi anche dai governativi esteri, con la Francia che ha collocato fino ad 11 miliardi di Oat suddivisi sulle scadenze 2024, 2026, 2029 e sul lungo 2047. La Spagna con 6 miliardi di Bonos, scadenza 2025, 2029, 2035, 2050 ed infine l’Irlanda con l’equivalente dei nostri Bot a sei mesi per 750 milioni.

Lo stato federale tedesco Baden-Wurttemberg ha collocato 750 milioni di euro con un’obbligazione senior a tasso variabile (Isin DE000A14JZM9) sulla scadenza a cinque anni,  22 luglio 2025. Il titolo paga una cedola a tasso variabile con indicizzazione a sei mesi più 90 punti base e prezzo di emissione 104.928. Rating AAA e lotto minimo mille ero con multipli di mille.

I nuovi bond corporate sotto i riflettori

Passando alla parte corporate e finanziaria,  Unicredit ha collocato una nuova obbligazione senior non preferred a sette anni con opzione call esercitabile al sesto anno. Il collocamento si è chiuso con un rendimento di 255 punti base sul tasso midswap, ridotto dai 280 punti iniziali,  ed un importo finale di 1,25 miliardi di euro a fronte di ordini sopra i 2,1 miliardi di euro. L’obbligazione (Isin XS2207976783) ha scadenza 22 luglio 2027, paga una cedola annua lorda del 2.20%, prezzo di emissione 99.855, pari a un rendimento del 2.26%. Lotto minimo250mila euro con multipli di mille e rating Baa2/BBB-.

La De Volksbank olandese ha emesso 500 milioni di tier 2 con scadenza nel 2030 e call a partire dal 2025 (isin XS2202902636), con cedola dell’1.75% e taglio minimo 100mila euro con multipi di 100mila. L’emittente ha rating A3/A-/A- e quindi l’aspettativa per il nuovo debito subordinato è per rating investment grade in area Baa2/BBB.

Senior preferred in euro per Nationwide, una delle principali building society britanniche, che ha emesso 1 miliardo di euro con scadenza 2025 e cedola dello 0.25%. Il taglio minimo è di 100mila euro con multipli di mille con rating elevato del gruppo A1/A/A+.

Il gruppo di navi da crociera Carnival che detiene in Italia la Costa Crociere, si è finanziato sul mercato per mantenere la liquidità in attesa di riprendere a pieno regime l’operatività duramente colpita dalla pandemia che vede nel settore turismo e viaggi uno dei più colpiti. L’emissione doppia in euro e dollari ha dei rendimenti molto elevati per attirare l’interesse degli investitori in un settore ancora da riprendersi; nello specifico i 425 milioni dell’emissione in euro (isin XS2010030596) sono stati collocati al 10.125% con scadenza nel 2026 e taglio minimo 100mila dollari con multipli di mille. Più a portata retail l’emissione in dollari da 775 milioni con cedola del 10.5%, taglio minimo 2mila dollari con multipli di mille (Isin USP2121VAF15). La liquidità servirà anche a far fronte a rimborsi di debito in scadenza nel 2020 e 2021, con tassi di poco superiori all’1%, livelli a cui emetteva il gruppo prima dell’epidemia pandemica.

Sempre nel settore marittimo il gruppo Moby è stato ammesso alla procedura di concordato preventivo in bianco. La misura concorsuale fallimentare prevede infatti che la società possa continuare a svolgere le proprie attività in continuità attesa di trovare un accordo coi creditori per evitare il fallimento. Moby ha quindi tempo fino al 28 ottobre 2020 per presentare un accordo di ristrutturazione dei debiti, sul mercato aveva collocato nel 2016, 300 milioni di euro 7.75% con scadenza 2023 che sono in default e scambiano poco sopra i 20 centesimi (Isin XS1361301457).

Nel settore minerario emissione in dollari per la multinazionale Alcoa, con 750 milioni con scadenza 2027 e cedola del 5.5% (Isin USN02175AD40). Il titolo ha un taglio minimo da 200mila dollari con multipli di mille e rating Ba1/BB+/BB+. Nonostante il momento particolare del settore che risente del rallentamento dell’economia, il titolo è stato apprezzato dagli investitori, con prezzi saliti nel grey market, di quasi tre figure rispetto al prezzo d’emissione a 100.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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