I trend per investire in Asia nell’era post-Covid tra salute e istruzione online

“I mercati asiatici hanno retto relativamente bene durante l’emergenza Covid-19, con un calo dell’11,7% a marzo, quando le altre regioni hanno perso fino al 30%. Attualmente l’Asia è la regione di mercato più sicura”. Ad affermarlo è Jian Shi Cortesi, gestore dei fondi GAM Asia Focus Equity e GAM China Evolution Equity di GAM Investments, che di seguito illustra nel dettaglio la propria view.

A seguito della precedente esperienza con la SARS e la MERS, i principali paesi asiatici hanno prontamente reagito per contenere il virus e prevenirne un ritorno dopo i lockdown. Il che si è tradotto in un minore impatto su economia, lavoro, e ha favorito una più rapida ripresa economica. L’asset class beneficia anche del sostegno del Quantitative Easing sincronizzato e dell’ampia liquidità globale. L’Asia del Nord sta guidando la ripresa economica, iniziata già da aprile – molto prima che in Europa e negli Stati Uniti. Le valutazioni sono moderate e sostenute da segni crescenti di un rimbalzo economico e dalla liquidità in eccesso che sta rapidamente crescendo. Inoltre, i principali Paesi hanno messo in campo misure di sostegno per le economie locali e i consumi, che dovrebbero essere mantenute per la restante parte dell’anno.

Tuttavia, a livello globale le incognite sono ancora molte; su tutte, emergono due fattori di rischio. In primo luogo, l’ipotesi di una seconda ondata della pandemia, anche se i mercati dell’Asia del Nord, che includono Cina, Corea e Taiwan, dovrebbero essere in grado di gestire in maniera più efficiente questo tipo di scenario. In secondo luogo, una debole domanda estera potrebbe mettere sotto pressione le esportazioni asiatiche, in quanto alcune regioni del mondo sono ancora alle prese con la gestione dell’emergenza sanitaria e la ripresa non si è ancora concretizzata. Per attenuare questo rischio, i governi asiatici stanno varando misure per spingere la domanda interna. Di conseguenza, preferiamo società che si focalizzano sulla domanda interna o sulla domanda intraregionale.

La pandemia è stato un evento disgregante e dirompente per tutte le economie, ma le società online e dell’healthcare hanno macinato interessanti performance in questo periodo; molte hanno subito un impatto moderato indotto dalle misure di lockdown e altre hanno addirittura tratto vantaggio dalla migrazione dei consumi sul canale online – il retail offline aveva già subito pressioni.

Vale la pena di focalizzarsi sui settori dei consumi e del tech, popolati da aziende che tendono a produrre elevati livelli di cassa con una bassa esposizione al debito. Post-covid, il cambiamento nei comportamenti del consumatore sembra affermarsi come il trend di maggiore rilievo. Infatti, il telelavoro sarà permanente per molte aziende, l’utilizzo di piattaforme online per salute e la formazione si sta diffondendo, oltre a una penetrazione più profonda e capillare dell’e-commerce e dell’entertainment online. Inoltre, il mondo tornerà a un contesto di bassa crescita e bassi tassi di interesse e le attività basate su consumi e tecnologia offrono ancora le migliori prospettive di crescita.

Un solido esempio è l’ambito della salute online. In Cina, tradizionalmente il malato faceva riferimento all’ospedale con conseguenti grandi affollamenti e code di ore. Negli ultimi 2 anni, alcune società dell’healthcare si sono presentate online, offrendo il consulto del medico di famiglia disponibile 24 su 24 per 7 giorni a un canone annuale. Grazie a oltre 1.000 medici online rintracciabili su app, i dati di salute aggregati in una cartella già archiviata online con una sintesi della situazione medica, dopo la prescrizione, l’eventuale ordine di un farmaco viene inoltrato alla farmacia e, se desiderato, recapitato al domicilio nel giro di qualche ora. Alcune società scelgono di pagare il servizio per i propri dipendenti e le politiche governative investono molto in questo per ridurre l’affollamento negli ospedali, che possono così dedicare le proprie risorse ai casi più gravi.

Un altro fenomeno molto interessante in Cina è quello dell’istruzione online. L’ossessione per l’educazione dei figli è profondamente radicata nella cultura cinese da migliaia di anni. Storicamente i funzionari governativi venivano selezionati con un concorso nazionale in grado di determinare le fortune di una famiglia in caso di ranking di livello. Oggi, l’ossessione per l’istruzione si percepisce in un potere di spesa sempre maggiore. Molti genitori spendono più che volentieri, in particolare per tutoring e assistenza doposcuola, in vista di un accesso a prestigiose scuole e università per i figli. Durante il lockdown le lezioni sono passate interamente alla modalità online, il che ha presentato diversi vantaggi quali una forte interazione tra studente e insegnante e una grande praticità per i genitori, che non devono più accompagnare i figli a lezione. Tutti elementi che puntano nella direzione di una crescita secolare nei prossimi anni.

A seguito delle misure di isolamento sociale, i videogame sono stati protagonisti di un fortissimo incremento della domanda. Normalmente tendono ad andare bene in contesti economici difficili poiché rappresentano valide opzioni di intrattenimento più economiche rispetto a uscire, andare a un concerto o al ristorante. Inoltre, la cancellazione di eventi in presenza ha dato una spinta alla domanda. Dal 2000 al 2010 il mondo ha visto un mercato rialzista delle commodity: tutte le aziende legate ai materiali, l’energia e le costruzioni facevano molto bene. Dopo il 2010, questo mercato si è chiuso e il testimone è passato a consumi e l’innovazione, che coincidono con i nuovi modelli di business in Asia. Tra l’altro, questa tendenza spiega parzialmente perché il mercato americano ha performato molto bene rispetto all’Europa, proprio per una leadership nella tecnologia basata negli Stati Uniti.

Dunque, in termini di strategia, è importante allinearsi ai più solidi trend di lungo periodo. In Asia, siamo molto rialzisti sul consumatore locale, che compra prodotti offerti da player e protagonisti regionali. Inoltre, alcuni tra i leader globali dell’innovazione sono società basate in Cina, nell’hardware o nei seminconduttori, ma anche servizi IT indiani, interessanti per una crescita a lungo termine. Invece, per controllare il rischio di downside, guardiamo a titoli a basso beta che includono utility, telecom e beni essenziali di largo consumo.

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