FMI: necessario ridurre il debito pubblico

Quali strategie per uscire dalla crisi? A indicarle è il Fondo Monetario Internazionale che in un rapporto dedicato alle “exit strategy” indica che ‘un nuovo set di regole finanziarie e più disponibilità di capitale saranno necessari’ alle banche ‘all’uscita dalla crisi per ridurre i rischi collegati alla fine delle politiche di sostegno al settore finanziario’. 

Inoltre per ‘ripristinare e assicurare la sostenibilità dei conti pubblici nel medio termine è ‘la massima priorita” all’uscita dalla crisi globale. Ritirare le misure straordinarie decise contro la crisi ‘è solo un primo passo perché la parte più consistente dell’aggiustamento richiederà riforme più difficili, basate ampiamente sul fronte della spesa così da migliorare l’andamento strutturale di bilancio su base sostenibile’. Uno degli obiettivi da perseguire sarà quello di ‘ridurre il debito a livelli prudenti che, in alcuni casi, vuol dire a livelli inferiori rispetto al periodo pre-crisi’ con ‘una strategia ambiziosa’.

 

Oltre alla necessità di ridurre il debito aggregato a livelli inferiori a quelli pre-crisi, l’Fmi cita, tra gli obiettivi delle strategie di aggiustamento fiscale all’uscita dalla crisi, il rafforzamento delle istanze di bilancio, la riforma delle pensioni e della sanità, migliorare la gestione dei beni e del debito pubblico e garantire reti di welfare adeguate.

Nel complesso, per il Fondo Monetario Internazionale, il rapporto deficit/pil nei Paesi del G20 è passato dal 2% del 2007 al 10% del 2009 e il rapporto debito/pil è previsto in ascesa dal 73% del 2007 al 109% del 2014 in media. Secondo stime recenti degli esperti del Fondo, ad ogni aumento di un punto percentuale del rapporto debito/pil corrisponde un incremento di 5 punti base dei tassi di interesse a lungo termine e ‘l’effetto puo’ anche piu’ ampio con livelli di debito piu’ elevati’. Infine, e qui il Fondo cita specificamente la storia di Giappone e Italia negli ultimi vent’anni, livelli di debito elevati sono associati con tassi di crescita piu’ bassi. Nel complesso, quindi, ‘appare appropriato un target di rientro del debito per i principali Paesi avanzati al di sotto del 60% del Pil’. Per riportare il debito aggregato del G20 a questi livelli nel 2030 e’ necessario un costante aumento dell’avanzo primario dell’area, da un deficit del 4,25% nel 2010 a un surplus del 3,75% nel 2020, e cioe’ una manovra da 8 punti percentuali che dovra’ essere mantenuta per un decennio. Il tutto reso ancora piu’ difficile dall’andamento demografico e dall’aumento di spesa correlato.

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