Il risveglio dell’Orso

Chiusura di settimana su toni depressi per i mercati delusi dalla rilevazione dei nuovi sussidi settimanali alla disoccupazione USA (che hanno inaspettatamente mostrato una nuova fase incrementale, a quanto pare confortando la tesi di chi vede una nuova gamba recessiva in USA all’orizzonte) e non certo confortati dalle notizie in arrivo sia sul fronte sanitario che geopolitico.

Se infatti gli USA viaggiano ormai al ritmo di 200mila contagi giornalieri (e con i decessi sopra quota 1.000 per la terza giornata consecutiva), all’indomani del nuovo record di contagi globali pari a 15 milioni (un incremento di 10 milioni a far data da maggio…), le tensioni tra Cina ed USA non sembrano per nulla allentarsi, e dopo l’ordine americano di chiudere l’ambasciata cinese ad Houston (a quanto pare base di alcuni hacker), la Cina risponde con la chiusura del consolato americano a Chengdu, si, direi una reazione composta visto che molti si aspettavano una città decisamente più significativa (e nota).

I mercati azionari mettono così fine ad un rally durato quattro giornate con il Nasdaq 100 che cancella i guadagni messi a segno lunedì apprestandosi a chiudere la settimana in negativo; sono in aprecchi a vedere all’orizzonte una bolla tecnologica, e se guardiamo al peso dei singoli titoli nell’ìndice, vediamo come la recente corsa sia dominata essenzialmente da cinque titoli, tutti pesantemente relazionati con i settore tecnologico (inclusa Amazon). Un rally azionario basato sulla corsa di poche aziende, oltretutto tutte appartenenti allo stesso settore, non è una di quelle cose che lascia gli investitori tranquilli.

Dollaro: debole si, ma non poi così debole. Di fatto il Bloomberg Dollar Spot Index si è essenzialmente riportato sugli stessi livelli dove era prima della crisi azionaria di marzo ed è ora sulla parte bassa di un range che ha tenuto anche durante la fase più acuta della guerra commerciale sino-americana nel 2019. Tassi reali negativi, l’escalation pandemica, lo stimolo monetario europeo ed il QE della FED sono tutti elementi citati a supporto della debolezza del biglietto verde, ma io non lo darei troppo per spacciato, ed una rinnovata avversione al rischio potrebbe facilmente innescare un rimbalzo che anche tecnicamente ha ora spazio per concretizzarsi.

A cura di Wings Partners Sim

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