Telecom, la Gdf sequestra 300 milioni di liquidità a TI Sparkle

La bufera giudiziaria sulla maxi-frode fiscale che la procura di Roma in questi giorni ha contestato a Fastweb e Telecom Italia Sparkle (vedi articolo: L’ombra di del commissariamento pesa su Fastweb e TI Sparkle) si imbatte sull’ex monopolista, che in una nota diramata ieri sera ha fatto sapere che sia il Cda di bilancio previsto per oggi che l’aggiornamento del piano previsto per domani sono stati rimandati al consiglio del 25 marzo. E’ stata rinviata altresì l’assemblea del 12 aprile. Una conference call con gli analisti è prevista nel pomeriggio, in sostituzione dell’incontro di domani.

La difficoltà ad approvare il bilancio è legata al sequestro, avvenuto ieri, di 300 milioni di euro tra crediti e disponibilità liquide della controllata TI Sparkle da parte dell’autorità giudiziaria, corrispondente secondo il provvedimento “al credito Iva illecitamente maturato dalla società”. Telecom Italia ricorda inoltre che la vicenda “era stata oggetto di interventi e di audit nel luglio 2007” e che dopo l’insediamento della nuova amministrazione, con il passaggio del controllo da Olimpia a Telco e la nomina di Franco Bernabè come amministratore delegato, la società “interruppe a scopo cautelativo i rapporti commerciali con i soggetti indagati”.

Secondo i calcoli della guardia di finanza il credito d’imposta maturato da TI Sparkle sarebbe pari a 297,89 milioni di euro. Per Fastweb la cifra evasa sarebbe invece pari a 72,52 milioni di euro. Entrambe, avrebbero messo in circolazione fatture fittizie, legate a pagamenti di falsi servizi telefonici tra diverse società del gruppo, per 2,2 miliardi di euro e l’effetto positivo a livello di marginalità sarebbe stato di 95,7 miliardi complessivamente.

In merito ai risultati del gruppo si veda l’articolo “Telecom, ricavi in calo del 5,6%

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