Dopo il Recovery Fund l’euro incalza il dollaro e diventa valuta di riserva

A partire dal 2021, l’UE, attraverso la Commissione Europea, inizierà ad emettere obbligazioni Euro Recovery Fund con scadenze comprese tra 3 e 30 anni. In sostanza, vedremo la nascita di un mercato obbligazionario liquido dell’UE, ad alto merito creditizio (AAA) e in diretta concorrenza con il mercato delle obbligazioni del tesoro statunitense.

Solo poco tempo fa, veniva messa in dubbio la stessa possibilità di sopravvivenza della moneta unica europea. Ora questa evenienza è stata definitivamente sconfessata. Il futuro dell’euro appare più roseo e il mercato sta prezzando questo upgrade a status di valuta di riserva“. Parola di Peter De Coensel, CIO Fixed Income di DPAM, che di seguito illustra nel dettaglio la propria visione.

Dopo la decisione della UE, l’euro si è apprezzato sia contro le valute dei mercati sviluppati sia nei confronti delle monete dei mercati emergenti. Il cross valutario principale, l’EURUSD, si è mosso al rialzo passando dai 1.1440 di martedì 21 luglio a inizio giornata per chiudere la settimana con un apprezzamento del 2% a 1.1656.

Allo stesso tempo, il continuo aumento delle tensioni geopolitiche tra USA e Cina sta isolando gli Stati Uniti più di quanto non accada allo stato più popoloso al mondo. Il dollaro statunitense è stato la valuta di riserva dominante per gran parte del XX e l’inizio del XXI secolo. Il consensus degli analisti, realisticamente, ritiene che la Cina diventi la prima economia mondiale nell’attuale decennio, sorpassando gli Stati Uniti. In periodi così lunghi è difficile posizionare i portafogli, ma il dollaro USA contro un euro valuta di riserva nei bilanci potrebbe dover trovare un nuovo equilibrio.

È tempo di rivedere l’ipotesi di Minsky secondo cui gli agenti economici che osservano un basso rischio finanziario sono indotti ad aumentare l’assunzione di rischi. Un’eccessiva assunzione di rischio può portare a una crisi poiché, con le parole di Minsky: “La stabilità è destabilizzante“.

La volatilità dei mercati finanziari è una condizione che, da sola, ha una scarsa influenza sull’assunzione di rischi, sull’economia reale o sulla crisi finanziaria. Tuttavia, momenti inaspettati di bassa e alta volatilità possono trasformarsi in pessimi risultati di mercato. Anche il tempo è un fattore fondamentale. Una bassa volatilità inaspettata dev’ essere presente per un periodo di tempo sufficiente a costruire un boom del credito.

Per costruire boom azionari, è invece necessario un periodo minore di bassa volatilità. Quindi ci si chiede per quanto tempo ancora la risposta monetaria e fiscale globale data inizialmente nel mese di marzo abbia la capacità di contenere e sopprimere la volatilità. Una condizione che è valida sia per i mercati del credito sia per quelli azionari.

La risposta è chiara: non lo sappiamo, perché ci manca un metro di valutazione adeguato. L’unico metro di paragone disponibile risale alla Seconda guerra mondiale, un periodo in cui i mercati finanziari erano altamente regolamentati e meno aperti di quanto non lo siano oggi. La politica monetaria dei paesi sviluppati ha bloccato i tassi a lungo termine. Il quadro di controllo esplicito e implicito della curva dei rendimenti permette ai governi e alle imprese di rifinanziarsi a livelli storicamente bassi.

Il settore bancario può svolgere eccezionalmente bene il suo ruolo di intermediario, astenendosi dal rischio nella costruzione del proprio bilancio. Ciò significa che il pubblico in generale, attraverso il settore dei fondi comuni di investimento, le compagnie di assicurazione, i fondi pensione (settoriali) e l’investitore finale, assorbe grandi quantità di esposizione ai prodotti finanziari. Con l’ammortizzatore monetario ben posizionato e la credibilità intatta, il peso della politica fiscale è in aumento. Una cattiva politica fiscale orientata ai sussidi e ai progetti improduttivi accorcia i tempi di stabilità. Una politica fiscale valida, responsabile e inclusiva, orientata a sostenere progetti ad alto valore aggiunto, potrebbe invece allungare i tempi, prima di incorrere in altri ostacoli.

L’Unione Europea e l’Eurozona hanno superato un ostacolo storico nell’ultima settimana. La nascita di un titolo obbligazionario sicuro ed europeo è ora una realtà e gli investitori dovrebbero cogliere questo momento. Oggi l’’Europa è in prima linea a livello globale in termini di solidarietà, democrazia e speranza in un futuro migliore.

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