Investitori professionali meno ottimisti sulle prospettive dell’economia italiana

Gli investitori professionali italiani certificati Cfa rimangono positivi sulle prospettive dell’economia domestica sui prossimi sei mesi, con il “Sentiment Index” che registra un valore pari a 13,6, un dato tuttavia in discesa dai valori dei due mesi precedenti.

Al sondaggio, svolto da Cfa Society Italy in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor presso i suoi soci tra il 20 ed il 31 luglio 2020, hanno partecipato 38 intervistati. Il 72% circa degli intervistati ritiene negativa la situazione attuale dell’economia italiana, un valore comunque in miglioramento di circa 11 punti rispetto al mese scorso.

In termini di aspettative sui prossimi sei mesi, torna a salire la percentuale di coloro che si attendono un peggioramento delle condizioni macroeconomiche rispetto alle attuali (31,8% del totale) a scapito di chi prevede un miglioramento, comunque la quota maggiore delle risposte (45,5% del totale). Il 22,7% degli operatori ritiene che le condizioni macro si manterranno sostanzialmente stabili. La differenza tra coloro che risultano ottimisti sulle prospettive dell’economia italiana, rispetto ai pessimisti, è pari a +13,6, un valore che rappresenta il “Cfa Society Italy – Radiocor Sentiment Index” per il mese di agosto 2020. Il dato di sintesi rimane comunque in terreno positivo, pur scendendo di circa 23 punti dal +36,8 precedente.

Pur rimanendo in terreno positivo, scendono tuttavia anche le aspettative sulle economie di Area euro e sugli Usa rispetto ai dati degli ultimi due mesi.

Relativamente all’inflazione, gli operatori prevedono l’assenza di pressioni sugli indici dei prezzi nei prossimi sei mesi in tutte le aree; sui tassi di interesse sono ancora attese riduzioni per le curve dei rendimenti Europea e Usa a breve termine mentre per l’Italia sono previsti aumenti dei rendimenti rispetto agli attuali livelli.

Sui mercati azionari sono previsti rialzi per i listini europei e Usa mentre sulle valute è atteso per un apprezzamento dello yen contro l’euro e un deprezzamento del dollaro statunitense. Infine, il 45% degli intervistati si attende un incremento del prezzo del petrolio, nei prossimi sei mesi, dalle attuali quotazioni.

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