Il rialzo graduale dei tassi della Fed può favorire oro e materie prime

MOSSE FED FAVORISCONO ORO E MATERIE PRIME – Il rialzo dei tassi Usa deciso ieri dalla Federal Reserve (che ha alzato il range sui Fed Funds da 0,5%-0,75% a 0,75%-1%) dovrebbe essere favorevole al dollaro e pertanto sfavorevole per oro e materie prime, giusto? Sbagliato, almeno secondo l’opinione di Wayne Gordon, executive director per le materie prime e il mercato dei cambi della divisione wealth management di Ubs Group. Quello che contano, ha spiegato Gordon in un’intervista a Bloomberg Television, sono i tassi d’interesse reali, non quelli nominali.

TASSI REALI USA SEMPRE PIU’ NEGATIVI – Dato che Janet Yellen ha poi ribadito che la Federal Reserve non muta la sua previsione di un aumento graduale dei tassi nel corso del 2017 (3 rialzi in tutto, dunque altri due oltre a quello di ieri) e nei prossimi tre anni, visto che i rischi legati alla crescita economica Usa appaiono ben bilanciati, i tassi reali andranno ancora più in territorio negativo di quanto non siano già ora, con un’inflazione che dovrebbe risultare pari all’1,9% a fine anno e al 2% sia nel 2018 sia nel 2019. Tassi d’interesse reali negativi finiranno pertanto col togliere forza al dollaro e pertanto a ridarne a oro e materie prime.

OPINIONI DISCORDI TRA LE BANCHE D’AFFARI – L’oro è già in rialzo di circa un 7% da inizio anno, favorito dalla ricerca di un “porto sicuro” da parte degli investitori che vedevano un crescente rischio politico legato all’elezione di Donald Trump e alla possibile crescita dei movimenti populisti in Europa. Tra le altre principali banche d’affari, Morgan Stanley ha segnalato l’oro come migliore scelta possibile tra le materie prime, mentre Societe Generale ha suggerito di approfittare dei rialzi per alleggerire le posizioni, prevedendo limitati impatti politici e ulteriori rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve.

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