Dal punto di vista dei dati, l’inflazione core negli Stati Uniti è aumentata più del previsto a luglio (+0,6%). L’aumento dei prezzi al consumo è stato causato principalmente dalle vendite di autoveicoli e dall’abbigliamento, che sono articoli volatili, ma se filtriamo questi dati vediamo che non c’è stato un cambiamento materiale nel complesso per quanto riguarda i livelli di inflazione. I prezzi dei generi alimentari, invece, sono leggermente diminuiti a seguito di un forte aumento durante la pandemia. Per noi, non c’è nulla di allarmante negli ultimi dati sull’inflazione.
Ciò che è più preoccupante è l’esercito di 16 milioni di disoccupati negli Stati Uniti, che bramano che il prossimo pacchetto di stimolo fiscale passi mentre il numero delle infezioni continua a crescere. Ma i colloqui non hanno dato frutti finora. In scadenza oggi, le richieste di disoccupazione negli Stati Uniti dovrebbero rimanere al di sopra del milione.
Mentre i dati economici globali sono gravemente infettati dalla pandemia di coronavirus, mostrando i numeri peggiori mai registrati per crescita e occupazione, la reazione del mercato dipenderà dalla prospettiva cui guardano gli investitori. Finché i dati corrispondono alle aspettative, si presume che questi siano già incorporati dai prezzi, indipendentemente da quanto siano negative. Questo è il motivo per cui vediamo i prezzi delle azioni salire inesorabilmente. Naturalmente con la preziosa spinta del governo e degli stimoli della banca centrale.
Il dollaro Usa ha interrotto il suo rialzo di tre giorni mentre i rendimenti statunitensi sono saliti allo 0,66%. L’oro è rimbalzato a 1.940 dollari l’oncia dopo un brusco calo a 1.862 mercoledì. L’aumento dell’inflazione statunitense dovrebbe superare l’avanzata dei rendimenti statunitensi e fornire supporto all’oro su una base più solida, dopo che una parte delle posizioni lunghe speculative sono state eliminate con la correzione al ribasso di questa settimana.
Il greggio Wti testa al rialzo la media mobile a 200 giorni (42,90 dollari al barile). Il sorprendente calo di 4,5 milioni di barili delle scorte petrolifere statunitensi la scorsa settimana è di supporto, ma insufficiente a stimolare l’appetito al di sopra di questo livello.
La coppia euro/dollaro è tornata sopra 1,18 e la sterlina rimane offerta sopra il segno di 1,30 sul dollaro Usa sostanzialmente più debole. Esiste un discreto potenziale per una correzione al ribasso più profonda su entrambe le coppie, ma la direzione a breve termine rimane fortemente condizionata dall’appetito degli investitori per il dollaro Usa. Ogni ulteriore guadagno di queste due valute potrebbe rappresentare un’ interessante opportunità di vendita per i trader che scommettono su un’ulteriore correzione del dollaro nei prossimi giorni.