Rame e nickel ringraziano la Cina

Mai come negli ultimi dieci anni il movimento e il prezzo delle materie prime è stato condizionato da un solo paese: la Cina. “Pochi sanno che oggi la Cina, da sola, assorbe quasi il 50% di tutto l’alluminio prodotto al mondo e il 40% di tutti i metalli di base” con queste parole Jim Lennon, Global Head dell’ufficio di ricerca sulle materie prime della Macquarie Capital (Europe) Limited, fa subito capire il peso dell’economia cinese all’interno del mercato delle commodity. Un intervento, quello di Lennon, sponsorizzato dalla CFA Society che nel suo sempre fitto calendario di incontri ha deciso di sciogliere alcuni dubbi (e speculazioni) circa il rapporto tra Cina e materie prime intitolando l’incontro: “Commodities outlook and China. Separating the myth from the reality.” Lennon spiega davanti alla platea di investitori istituzionali e giornalisti intenti a carpire possibili trend nel mercato più Hot del momento, che la Cina sta vivendo un periodo di rallentamento nella sua crescita storica, ma che questo fattore va visto come una pausa momentanea in quello che è un percorso di crescita che non andrà ad esaurirsi se non prima del 2015. Il perché sia così importante l’economia cinese per il futuro delle commodity, è presto spiegato. Dopo la violenta correzione intervenuta sul mercato delle materie prime alla fine del 2008 e inizio 2009, oggi il mercato sembra aver ripreso la strada dei progressi, in particolare per quel che riguarda i metalli di base (zinco, alluminio, nickel, rame, stagno).
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