Questa volta la truffa ha colpito la vicina Confederazione elvetica, dove un amministratore patrimoniale ha provocato un “buco” che si stima sia compreso tra i 4 e i 5 milioni di franchi svizzeri, equivalenti a circa 2,7-3,4 milioni di euro.
La voragine è stata aperta attraverso investimenti azzardati utilizzando il denaro di amici e parenti, per un totale di circa quaranta vittime.
Nicolas Koschevnikov, il giudice incaricato di esaminare il caso, non ha esitato a definire l’amministratore indipendente operativo dal 2000 “piccolo Madoff”, per il fatto d’aver garantito ai clienti interessi del 7-8%, almeno agli inizi.
Dal 2005 i rovesci si sono susseguiti in una lunga serie, che l’ha “indotto a retribuire i primi clienti con il denaro degli ultimi arrivati”, ha precisato il giudice.
Dopodiché, fra il 2005 e il 2009, quando ha cessato le attività in seguito alle querele sporte contro di lui, l’amministratore ha creato un vuoto attualmente stimato a 4-5 milioni di franchi.
L’accusa a suo carico è di truffa, falsificazione di documento, appropriazione indebita e amministrazione infedele; proprio un degno allievo di Bernie.