Ubs: i livelli record dei mercati azionari non precludono ulteriori rialzi

“La scorsa settimana l’S&P 500 è riuscito a riportarsi sopra i massimi pre-pandemia, recuperando oltre il 51% dai minimi di marzo. L’indice tecnologico Nasdaq Composite ha messo a segno un rialzo di quasi il 65%. Tuttavia, l’ampiezza del rally continua a essere piuttosto ridotta. Senza i primi cinque titoli tecnologici statunitensi, che hanno guadagnato il 42%, l’S&P 500 sarebbe ancora in territorio negativo da inizio anno, anziché registrare un rialzo di circa il 5%. Con la graduale accelerazione della ripresa mondiale, ci aspettiamo che la prossima fase di rialzo sia trainata dai segmenti più economici del mercato che hanno sottoperformato durante il rimbalzo, tra cui i titoli ciclici e quelli value. Puntiamo quindi sulle mid cap statunitensi, che dovrebbero recuperare il terreno perso a fronte dell’accelerazione e dell’ampliamento della ripresa economica”. E’ l’analisi di Mark Haefele, Chief Investment Officer Global Wealth Management di Ubs. Di seguito la sua visione nel dettaglio.

Storicamente le small cap statunitensi tendono a battere le large cap nel lungo periodo. Da dicembre 1999 a dicembre 2019, ad esempio, l’S&P 500 ha prodotto un rendimento del 225% (+6,1% annuo), contro il 469% (+9,1% annuo) del Russell Mid-Cap e il 338% (+7,7% annuo) del Russell 2000 delle small cap. Tra i nostri mercati azionari preferiti c’è anche il Regno Unito, che è ben posizionato per lo scenario positivo grazie alla sua elevata esposizione al comparto value.

Conclusione: a nostro avviso i mercati azionari globali mostrano un ulteriore potenziale di rialzo e la prossima fase del recupero potrebbe essere trainata da alcuni titoli value e ciclici selezionati.

In cerca dei futuri protagonisti dei record di capitalizzazione

La scorsa settimana Apple è stata la prima società della storia a superare 2000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. Inoltre, sono passati solo due anni da quando l’azienda era stata la prima a toccare quota 1000 miliardi. La sovraperformance delle mega cap tecnologiche da inizio anno illustra il potenziale dei trend strutturali di lungo periodo come la trasformazione digitale. Consigliamo di puntare sulle azioni che in futuro potrebbero registrare livelli record di capitalizzazione di mercato.

Le società attive nelle tecnologie abilitanti, tra cui l’intelligenza artificiale, il 5G e la realtà aumentata o virtuale, hanno il potenziale di trasformare l’economia globale nel prossimo decennio. Ci aspettiamo che la spesa in questi tre segmenti aumenti di oltre 10 volte dal 2019 al 2030, passando da 27 a 300 miliardi di dollari. Anche i settori in rapida crescita della new economy cinese ci sembrano mostrare prospettive promettenti. L’ecommerce e le soluzioni di pagamento elettronico dovrebbero registrare una forte espansione, alimentata dalla convergenza dei consumatori verso le piattaforme digitali. Ci aspettiamo inoltre che nei prossimi 10 anni i ricavi globali del settore fintech crescano a un ritmo di tre volte superiore al fatturato del settore finanziario nel suo complesso.

L’orientamento espansivo della Federal Reserve alimenta la caccia ai rendimenti

I mercati sono rimasti delusi dal verbale della riunione di luglio del Fomc, in cui la Federal Reserve ha espresso scarso entusiasmo per misure di stimolo più innovative come il controllo della curva dei rendimenti. La banca centrale statunitense sta tuttavia valutando altri interventi per mantenere le condizioni di finanziamento accomodanti e ha stabilito una serie di parametri macroeconomici che dovranno essere raggiunti prima di alzare i tassi. Questi fattori, unitamente al tono accomodante usato dai funzionari della Fed nei confronti dell’economia, confermano la nostra opinione secondo cui la politica monetaria americana resterà estremamente espansiva nel prossimo futuro. Una simile prospettiva rende più difficile generare rendimenti di portafoglio. Tuttavia, gli investitori hanno varie opzioni a disposizione. Al 24 agosto i titoli di Stato dei mercati emergenti in dollari (Embigd) offrono uno spread di 422 punti base: ciò significa che, nonostante la compressione di oltre 100 punti base registrata negli ultimi tre mesi, questo comparto non è ancora tornato ai livelli pre-pandemia.

Ci aspettiamo una contrazione dello spread dell’Embigd a 375 punti base nel nostro scenario di riferimento e a 280 punti base nel nostro scenario positivo. Privilegiamo anche l’high yield asiatico e le obbligazioni crossover europee. Raccomandiamo inoltre di investire in azioni che distribuiscono dividendi come fonte di reddito, attuando un approccio selettivo per individuare le aziende con dividendi elevati e al contempo sostenibili.

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