Oltre al fattore stagionale, che non ha favorito nuove sottoscrizioni verso questi strumenti, gli analisti di Equita ritengono che a pesare sia anche un approccio ancora molto conservativo nelle scelte di investimento da parte della clientela retail a causa dell’incertezza causata dal Covid-19. Per capire l’andamento dei prodotti bisognerà aspettare i mesi autunnali.
Gli stessi analisti si aspettano che nella seconda parte dell’anno le reti torneranno a intensificare nuovamente gli sforzi commerciali sul prodotto, dato che il nuovo impianto dei Pir (3.0), in vigore dallo scorso gennaio, è valido per il rilancio dei prodotti. Atteso quindi un ritorno a una raccolta netta positiva per i Pir tradizionali, seppur limitata dato il contesto di mercato ancora molto incerto.
Sui Pir alternativi, i prodotti sono in fase di lancio, quindi in Equita non si aspettano flussi significativi nel 2020 ma un impatto più marcato dal 2021 in avanti. “Per i Pir alternativi stimiamo una raccolta netta di 2-3 miliardi all’anno fino a raggiungere Aum di 10-15 miliardi in cinque anni“, concludono gli analisti di Equita.