Italia-Svizzera, palla al centro ma senza le tre “black list”

Si riapre uno spiraglio per la ripresa delle trattative Italia-Svizzera sulla doppia imposizione. Secondo Filippo Lombardi, membro del Consiglio degli Stati della Confederazione e presidente della delegazione di parlamentari elvetici, infatti, le deputazioni di entrambi i Paesi “invitano i rispettivi governi, nel rispetto vicendevole e senza discriminazioni e preclusioni, a riprendere la via del negoziato sulla convenzione di doppia imposizione”. Le trattative erano state sospese dalla Svizzera a causa dell’atteggiamento tenuto dalle autorità italiane da Berna definito “discriminatorio”, soprattutto in riferimento alle misure di sorveglianza presso la frontiera e al discusso “fiscovelox”. La confederazione già nel 2005 aveva firmato un accordo bilaterale con l’Ue sulla fiscalità del risparmio, patto non ancora applicato dall’Italia: “Mentre tutta l’Ue lo sta applicando, l’Italia non lo riconosce e, in funzione di ciò, Roma ha deciso di mantenere la Svizzera su tre black list fiscali”, ha aggiunto Lombardi precisando che questo fatto è “più grave del fiscovelox” e “oggettivamente discriminatorio”. Per quanto riguarda i rapporti bilaterali in materia fiscale, secondo Lombardi “ci sarà ancora da lavorare per un paio d’anni”, specificando come se “da una parte è necessario che la Svizzera si adegui, come già sta facendo, a certi standard dell’Ocse e dell’Ue”, dall’altra è indispensabile che “non venga discriminata” dall’Italia. “L’impressione, ed è stato riconosciuto, è che la Svizzera sia stata trattata peggio di altri Paesi nell’ultima fase della vicenda dello scudo fiscale”, ha sottolineato Lombardi, rilevando però che da ambo le parti esista in realtà la volontà di “riprendete i negoziati”.
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