…made in Italy. Molto si è detto e molto si è scritto sul professore torinese (c’è chi lo candidava al consiglio di gestione di Intesa) rappresentante della banca americana Morgan Stanley nel nostro Paese, e di come sia buon amico del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che peraltro ai fondi ha dato finora scarso peso e dedicato ancor minore attenzione (specie sul tema dell’equiparazione fiscale), forse perché il presidente uscente Marcello Messori era “in odore di sinistra”.
Pochi sanno, però, che Siniscalco è anche un “industriale”: possiede infatti una partecipazione di minoranza nell’Electro Power Systems (Eps), un’azienda basata a Torino. Eps è uno dei principali player internazionali nel settor dei power systems basati su fuel cell a idrogeno: l’azienda, guidata da Adriano Marconetto (già co-fondatore di Vitaminic), ha chiuso il 2008 in perdita per 1,92 milioni di euro dopo un passivo simile nell’anno precedente. Tra i soci di Eps figura anzitutto col 34% la Sicar lussemburghese del fondo di private equity 360 Capital Partners e col 13% la 77 Holding srl, sigla dietro la quale c’è con la maggioranza la Cmc di Massimo Moratti, il petroliere patron dell’Inter e con una quota di minoranza la Four Partners, family office guidato da quel Simone Rondelli indagato (nella sua qualità di ex Jp Morgan) con altri per falso in prospetto e aggiotaggio per la quotazione proprio della Saras dei Moratti.
Siniscalco, che peraltro è un sfegatato juventino, è stato anche socio fondatore, con quasi un quarto del capitale, del We-Cube, “incubator” di aziende che nacque nel 2000 come frutto di una jointventure tra l’Italgas dell’Eni e la Fininvest allora guidata da Claudo Sposito, oggi patron del fondo Clessidra.
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