Banche, prosegue il trend di accelerazione dei prestiti alle imprese e accumulo di titoli di Stato

I prestiti al settore privato da parte delle banche a luglio sono cresciuti del 2,8% anno su anno rispetto al +2,3% di giugno. L’accelerazione è legata al segmento corporate&Sme che ha riportato un tasso di crescita del 4,4% (+3,7% a giugno), il livello più elevato da novembre 2011. Questo andamento è molto probabilmente legato al contributo dei prestiti garantiti dallo Stato che da inizio anno, in base ai calcoli degli analisti di Equita, rappresentano il 30% delle erogazioni corporate.

I prestiti garantiti dallo Stato, aumentati da 51 miliardi di euro di fine maggio ai 90 miliardi di fine agosto, rappresentano una modalità di finanziamento tutto sommato conveniente per le imprese e vantaggiosa per le banche in termini di remunerazione del capitale allocato (Equita stima un rendimento 2x-4x superiore a operazioni non garantite).

Spread

Il contesto degli spread resta molto favorevole per i clienti visto che i tassi attivi sulle nuove erogazioni sono scesi ulteriormente sia sul segmento corporate&Sme (-7 punti base rispetto al mese precedente a 1,16%) sia, ma meno che proporzionalmente, sui mutui (-2 punti base a 1,59%), sui quali il livello del pricing ha raggiunto ormai livelli quasi incomprimibili. Nel comlpesso quindi si conferma, quanto al reddito netto da interessi (1,4% secondo la stima di Equita sull’anno fiscale), un contesto leggermente più favorevole del previsto in termini di volumi (+2.4% nella stima di Equita) rispetto allo spread.

Asset quality

Il tasso di crescita degli Npl è stabile su base mensile a 3% (da 3,6% di giugno); anche in questo caso, secondo gli analisti di Equita, l’estensione dei termini delle moratorie a gennaio consente una sostanziale sterilizzazione del tasso di deterioramento dei portafogli delle banche.

Titoli di Stato

Le banche hanno proseguito ad accumulare titoli di Stato, il cui stock è salito di 7 miliardi rispetto al mese precedente (+1%), raggiungendo i 440 miliardi, vale a dire il livello più alto dal 1998. Anche durante la crisi legata al Covid-19, i titoli di Stato si confermano il bene rifugio delle banche domestiche, nonostante i rendimenti sostanzialmente azzerati.

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