Ocse, Italia basta condoni

Il nostro Paese si trova tra quelli che sono stati più duramente colpiti dalla crisi finanziaria globale.
Ad affermarlo è stato l’Ocse che, nel suo rapporto “Obiettivo crescita” stima per l’Italia un calo complessivo di 4,1 punti di Pil in conseguenza della crisi, situazione che porterebbe l’Italia sotto la media Ocse equivalente a 3,1 punti.
In una situazione più grave rispetto alla nostra penisola, secondo l’istituto parigino, vi sarebbero solo l’Irlanda, sulla quale l’impatto della recessione si tradurrà in una perdita di 11,8 punti di Pil, la Spagna (-10,6) e la Polonia (-4,4).

L’Ocse, inoltre, segnala come l’Italia si trovi al ventesimo posto, sui trenta paesi, sia per quanto riguarda la produttività che per il Pil pro-capite. Con la recessione, lo scarto in termini di produttività tra l’Italia e i principali Paesi dell’Ocse si è ampliato fino al 25%, mentre negli altri Paesi Ocse la quota è al 20%.
“I risultati dell’Italia sulla produttività sono rimasti mediocri”, scrive l’Ocse, anche se “il comportamento del mercato del lavoro, sia per il tasso di attività che per quello di disoccupazione, è regolarmente migliorato fino a quando l’economia è stata toccata dalla crisi”.

Secondo l’organismo parigino per contrastare la situazione l’Italia dovrebbe ridurre le tasse sul lavoro e sulle pensioni, oltre ad aumentare le deduzioni nell’Irap. Allo stesso tempo, finanziando le riduzioni fiscali con la lotta all’evasione, dovrà porre fine ai “condoni fiscali”. Questo è quanto si legge nella scheda dedicata all’Italia nel rapporto pubblicato oggi dall’Ocse, in cui si sottolinea che il peso del fisco nel nostro Paese è decisamente superiore a quello dell’area degli altri Paesi industrializzati. In particolare, la pressione fiscale nel 2008 sì è avvicinata al 45%, mentre è sotto il 35% nell’area Ocse.
L’Ocse consiglia inoltre di ridurre la presenza dello Stato nell’economia, “accelerando le privatizzazioni e sopprimendo le golden share”, e gli ostacoli normativi alla concorrenza, “rinforzando ancora le autorità di controllo”.
L’Italia, prosegue ancora l’Ocse, deve poi “migliorare il tasso di scolarizzazione e di riuscita nell’istruzione superiore, accrescendo il livello dei finanziamenti privati” soprattutto in ambito universitario. È necessario inoltre, conclude l’Ocse, riformare la governance delle imprese, “rafforzando il ruolo degli amministratori indipendenti e i diritti degli azionisti di minoranza, decentralizzare le negoziazioni salariali e rinforzare gli incentivi all’innovazione”.

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