BCE, dal 2011 è necessario il taglio del deficit

Allarme BCE. La Banca Centrale Europea nel suo bollettino mensile riferito al mese di marzo ha stimato che i paesi dell’Eurozona dovranno attaccare i deficit pubblici entro il 2011. Anche se per l’istituzione ha qualche preoccupazione, in quanto ritiene che sarà un’impresa ventennale il ritorno del debito a livelli pre-crisi.

In particolare la raccomandazione è che il livello dello 0,5% annuo e’ comunque quello minimo raccomandato per l’Italia, il cui programma di stabilita’ aggiornato prevede un avvio del processo di consolidamento nel 2010 e un termine della correzione nel 2012; si stima un andamento del Pil dal -4,8% del 2009 al +1,1% del 2010, al +2% del 2011 e del 2012; un andamento del deficit/Pil dal 5,3% del 2009 al 5% del 2010, al 3,9% del 2011 e al 2,7% del 2012; un andamento del debito/Pil dal 115,1% del 2009 al 116,9% del 2010, al 116,5% del 2011, al 114,6% del 2012.

 

Analizzando i bilanci dei Paesi dell’area euro, la Bce individua un primo gruppo di Paesi (Grecia, Irlanda e Spagna) che preoccupano di piu’ perché “hanno registrato rapporti deficit/Pil a due cifre”; un secondo gruppo di Paesi (Portogallo, Francia, Slovacchia, Belgio, Cipro, Slovenia e Italia) in cui il disavanzo e’ stato elevato, tra il 5% e il 9,5% del Pil”; un terzo gruppo di Paesi (Paesi Bassi, Malta, Austria e Germania) che “hanno evidenziato un deficit/Pil compreso tra il 3% e il 4,9%”; un quarto gruppo di Paesi virtuosi (Finlandia e Lussemburgo) in cui “i disavanzi di bilancio rimangono al di sotto del 3%” .

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