Coprire i rischi valutari diventa sempre più indispensabile

“Diversamente da molti investitori obbligazionari già abituati a coprire la propria esposizione valutaria, gli investitori azionari preferiscono generalmente non adottare una copertura, accettando i rischi valutari impliciti. Tuttavia i recenti eventi che hanno coinvolto le valute su larga scala, come la svalutazione della sterlina a seguito del voto sulla Brexit e l’apprezzamento del franco svizzero a seguito dell’abbandono del tasso di cambio fisso, hanno sensibilizzato gli investitori sui possibili svantaggi di questo approccio“, ad affermarlo è Francesco Lomartire, responsabile SPDR ETFs per l’Italia, che di seguito illustra nel dettaglio la propria view..

Più recentemente il forte deprezzamento del dollaro, insieme alle aspettative che questo potrebbe essere un trend continuativo per il biglietto verde, ha attirato l’attenzione degli investitori, perché l’esposizione in dollari rappresenta oltre il 60% della maggior parte delle esposizioni azionarie globali. Pertanto un deprezzamento prolungato della valuta può avere un impatto sostanziale per chi investe in una valuta di base diversa dal dollaro.

Un’altra tendenza che ha spinto gli investitori azionari ad iniziare a coprire le loro esposizioni è la riduzione del costo della copertura stessa, che è costituito dal differenziale del tasso di interesse e dalla cosiddetta “dollar basis”. Entrambi si sono notevolmente ridotti nel corso di quest’anno perché la Fed è stata costretta a tagliare in modo aggressivo i tassi per combattere l’impatto del Coronavirus sulla crescita economica.

Come mostra il grafico sottostante una volta che un ciclo del dollaro si inverte, raramente è solo un fuoco di paglia: in genere si tratta di un evento pluriennale caratterizzato da ampie oscillazioni nella valuta. Pertanto, siamo di fronte ad un tema di investimento che dovrebbe restare valido nel prossimo futuro incrementando a sua volta l’utilizzo degli  ETF con copertura valutaria da parte degli investitori europei.

Detenere un ETF azionario con copertura valutaria presenta problemi non sempre riscontrabili in uno strumento obbligazionario, a causa dei regolamenti ESMA di recente introduzione che comportano i seguenti vincoli per i fondi UCITS:

  1. Le posizioni over-hedged non devono superare il 105% del NAV della classe dello strumento
  2. Le posizioni under-hedged non devono essere inferiori al 95% della porzione del NAV della classe che deve essere coperta

Gli ETF a singola esposizione azionaria (ad esempio l’indice S&P 500) sono più inclini a infrangere questi limiti. Ciò è dovuto al fatto che durante i periodi di maggiore volatilità un fondo con copertura valutaria che replica un benchmark standard con copertura mensile è più soggetto a registrare inspiegabili incrementi del tracking error SPDR ha risolto questo problema sviluppando il primo benchmark con copertura che incorpora questi requisiti regolamentari, attraverso l’indice S&P 500 EUR Dynamic Hedged.

Gli indici con copertura dinamica sono ribilanciati su base mensile, ma includono un meccanismo che fa sì che l’indice non diventi over-hedged o under-hedged oltre una certa soglia percentuale. Per l’indice S&P 500 EUR Dynamic Hedged, questa soglia è del 5% (tasso di copertura compreso tra 95% e 105%) e l’indice sarà adeguato alla chiusura del giorno lavorativo successivo per riportare il rapporto di copertura al 100%.

Lo SPDR S&P 500 EUR Hedged UCITS ETF (Acc) (Ticker: SPXE IM) offre la possibilità di passare da un’esposizione con copertura a una senza all’interno dello stesso veicolo in modo efficiente dal punto di vista operativo e dei costi. Con un TER di 12 punti base, si tratta dell’ETF meno costoso tra quelli a replica fisica.

SPDR offre anche lo SPDR MSCI ACWI EUR Hdg UCITS ETF (Ticker: EACW IM), che consente agli investitori di prendere esposizione alle azioni globali attraverso un indice che copre soltanto le valute dei mercati sviluppati presenti nell’indice, riducendo così i costi di copertura. Si tratta dell’ETF UCITS a replica fisica che replica l’indice MSCI ACWI più grande e più economico disponibile sul mercato.

L’USD guadagna/perde in genere il 30-35% durante una fase di mercato rialzista/ribassista di 6-10 anni.

Fonte: State Street Global Advisors, US Federal Reserve, Bloomberg

Come investire su questo tema

All’interno della gamma SPDR offriamo diversi ETF che permettono agli investitori di coprire le proprie esposizioni. Per saperne di più su questi ETF, e per visionare lo storico delle performance, vai ai link di seguito:

 

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