Un altro fattore molto importante per spiegare questo fenomeno è la bassa inflazione. Storicamente (pensiamo in particolare al crollo del 1994), il panico tra gli investitori sui rischi inflazionistici è stato uno dei motivi dell’aumento della volatilità. Alla fine, però, i timori legati a possibili shock politici o geopolitici si erano notevolmente affievoliti – almeno fino alla fine del primo trimestre del 2020. Gli investitori si erano infatti “abituati” alle sorprese politiche (tensioni politiche europee, elezioni americane, ecc.) e alle crisi geopolitiche (Medio Oriente, Venezuela, ecc.).
Il coronavirus ha cambiato tutto spazzando via il periodo di bassa volatilità. Il 16 marzo 2020, il Vix ha raggiunto il livello più alto da quando è stato creato, chiudendo con un incredibile 82,69. A ciò ha fatto seguito, naturalmente, un calo corrispondente all’allentamento delle restrizioni causate dal Covid-19 e un rimbalzo dei mercati azionari.
Ci sono diverse ragioni per cui la volatilità potrebbe rimanere alta nei prossimi mesi e persino aumentare. La prima motivazione riguarda le elezioni presidenziali americane. È impossibile prevedere il vincitore, nonostante nei sondaggi Joe Biden sia in vantaggio rispetto a Donald Trump. Tuttavia, è probabile che questa incertezza si tradurrà in un aumento della volatilità. Basti pensare che nel novembre 2000 il solo riconteggio dei voti durante la corsa alle presidenziali di Al Gore e George W. Bush ha determinato un brusco incremento della volatilità.
Un’altra ragione riguarda il ribilanciamento tra i settori. Di recente abbiamo visto che il calo dei titoli tecnologici a favore di titoli più ciclici ha portato a un aumento della volatilità. Tale ribilanciamento (che non era una rotazione ciclica) storicamente è sempre accompagnato da un’impennata dell’instabilità sui mercati. Non dovrebbe essere diverso nemmeno questa volta. Infine, c’è la questione del coronavirus che è ovviamente una delle principali fonti di volatilità. È ancora incerto quando sarà disponibile un vaccino o se il prossimo inverno porterà una nuova ondata. Questi elementi di incertezza alimenteranno ovviamente la volatilità.
Per quanto riguarda la forma che potrebbe avere la ripresa, a “V”, “U” o “W”, è difficile capire come si comporterà l’economia mondiale nei prossimi mesi. Con i mercati in rialzo grazie alle forti aspettative di un rimbalzo della crescita, qualsiasi delusione nei prossimi mesi sui dati di disoccupazione, inflazione o semplicemente crescita potrebbe alimentare la volatilità.
Le conseguenze dell’aumento della volatilità sono piuttosto varie. Siamo abituati a dire che essa è inversamente correlata all’andamento dei mercati azionari per due ragioni principali: anzitutto perché un Vix elevato riflette il nervosismo, che non va di pari passo con un rialzo degli indici; in secondo luogo, perché molti fondi (soprattutto negli Stati Uniti) utilizzano strategie che riducono la loro esposizione alle azioni quando il Vix aumenta. Oggi le incertezze sui mercati sono tante ed è quindi probabile un ritorno della volatilità. Tuttavia, non è troppo tardi per prepararsi.