A detta di Christine Lagarde un euro digitale non sarebbe un’alternativa all’euro tradizionale, ma alle valute digitali private. La governatrice della Bce, come riportato da Cryptonomist.ch, lo ha affermato durante un discorso pronunciato alla riunione congiunta dei parlamentari francesi e tedeschi.
Ecco le parole, nel dettaglio della Lagarde: “In un’economia più digitale, dobbiamo anche garantire la forza e l’autonomia dei sistemi di pagamento europei. L’Eurosistema persegue attivamente iniziative per raggiungere questo obiettivo. Stiamo anche esplorando i vantaggi, i rischi e le sfide operative dell’introduzione di un euro digitale. Un euro digitale potrebbe essere un complemento, non un sostituto, del contante; potrebbe fornire un’alternativa alle valute digitali private e garantire che il denaro sovrano rimanga al centro dei sistemi di pagamento europei”.
È possibile tuttavia, come fanno notare da Cryptonomist.ch, che con “valute digitali private” non si riferisse alle criptovalute decentralizzate come Bitcoin, ma a stablecoin come Libra, o Tether, visto che l’euro digitale sarà solamente una versione digitale dell’euro, ovvero con natura inflattiva come il suo progenitore.
Infatti già a dicembre il nuovo governatore della BCE affermò che sui mercati finanziari c’era una chiara domanda di stablecoin, e nel recente discorso sottolinea il fatto che solo un euro digitale potrebbe far concorrenza a valute digitali private di questo tipo, consentendo alla valuta sovrana di mantenere la propria leadership come mezzo di pagamento.
Resta però da capire come un euro digitale potrebbe competere con stablecoin come USDT, il cui utilizzo può essere anonimo e completamente libero, ovvero senza alcun tipo di limitazione. Ovvero sicuramente le valute digitali delle banche centrali (CBDC) potranno essere una valida alternativa alle stablecoin come Libra, non anonime e soggette a tutte le restrizioni del denaro fiat, ma difficilmente potranno sfidare token di criptovaluta basati su blockchain decentralizzate come Ethereum.
L’Europa punta sull’euro digitale
Sta di fatto che, dopo la banca centrale cinese, anche la banca centrale europea sembra non volersi tirare indietro dalla sfida lanciata da Libra, così come la stessa banca centrale americana.
In altre parole le tre maggiori banche centrali del mondo stanno portando avanti progetti per lo sviluppo di CBDC, con il chiaro intento di non farsi soffiare dai colossi tecnologici privati il predominio sui pagamenti a livello locale e globale.
In uno scenario simile non è da escludere che queste stesse banche centrali possano iniziare a competere anche tra di loro nel tentativo di rilasciare sui mercati globali una loro CBDC che diventi leader dei pagamenti internazionali.
In uno scenario simile resta da capire però quale fetta di mercato rimarrà disponibile per progetti tipo Libra, e soprattutto quale sarà il ruolo dei token di stablecoin basati su blockchain decentralizzate.
Nel frattempo negli Usa…
La OCC degli Stati Uniti ha chiarito che le banche possono offrire servizio di custodia di riserve per le stablecoin.
La OCC (Office of the Comptroller of the Currency) è l’organo federale che negli Stati Uniti ha il compito di operare vigilanza bancaria. È ad essa che si è rivolta una banca nazionale chiedendo se può offrire questo tipo di servizio, cioè custodire il denaro fisico che funge da riserva per le stablecoin. La risposta è stata affermativa, a patto che siano rispettate le leggi degli Stati Uniti.
Di fatto è un’altra apertura della OCC, che nei mesi scorsi aveva già autorizzato le banche ad offrire servizi di custodia per criptovalute.