Mercati ancora molto dipendenti dalla pandemia

L’Europa torna al centro delle statistiche come potenziale focolaio pandemico, con misure di lockdown che stanno diffondendosi nei vari paesi alle prese con il dilemma tra sicurezza sanitaria e tenuta economica. Per il momento l’impegno delle strutture sanitarie è ancora moderato il che fa ben sperare ma i 6.600 casi giornalieri nel Regno Unito o i 16mila in Francia sono indubbi indicatori di allarme.

Negli Usa, comunque, non è stanno certo meglio con i contagi che superano quota 7 milioni (al ritmo di 40.000 nuovi casi al giorno) e sono ora oltre il 20% di quelli mondiali mettendo il Paese al primo posto seguito dall’India (5,7 milioni) e dal Brasile (4,6 milioni).

Il quadro macro

Sussidi alla disoccupazione un po’ deludenti negli States, ennesima conferma come il recupero a V dell’economia sia sempre più un miraggio lontano. A salvare il salvabile, e dopo l’ennesima incitazione da parte della FED, il Congresso sembra pronto a varare un piano di stimolo da 2,2 trilioni di dollari già la prossima settimana, una via di mezzo tra i 3,4 trilioni voluti dai democratici e il trilione dei repubblicani.

La reazione dei mercati finanziari

Nuovi stimoli ma recuperi dell’azionario non spettacolari, con un progresso parziale degli indici americani ed asiatici che conferma lo stato di overdose monetaria in cui versano ormai le economie. Il dollaro cede qualche posizione chiudendo la migliore settimana a far data da aprile. Di converso i preziosi soffrono, a comunciare dall’oro.

A cura di Wings Partners Sim

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