E’ il momento di comprare sui minimi? La visione di J.P. Morgan AM

“L’aumento dei tassi di contagio da Covid-19 in Europa ha fatto scattare nuove misure di distanziamento sociale, soprattutto in Spagna e nel Regno Unito. Presto anche gli Stati Uniti potrebbero dover adottare provvedimenti analoghi in quanto i casi hanno ricominciato a salire. Gli ultimi lockdown e coprifuoco locali non sono stati così drastici come le misure durante la prima ondata dell’epidemia, ma hanno contribuito ad abbassare le previsioni di crescita del quarto trimestre rispetto al terzo. Secondo Bloomberg, le previsioni di crescita del Pil statunitense sono pari al 25% per il terzo trimestre (annualizzato, su base trimestrale) ma scendono al 5% nel quarto trimestre, mentre per l’Europa queste previsioni sono rispettivamente al 34% e al 10%. Sebbene ci si aspetti un rallentamento, la crescita del Pil dovrebbe mantenersi ben al di sopra del trend, che viene generalmente valutato attorno all’1,75% per gli Stati Uniti e all’1% per l’Europa. Va sottolineato che le consistenti misure di sostegno fiscale e monetario hanno evitato grossi disagi e non riteniamo che nei prossimi mesi la politica delle banche centrali possa subire una svolta radicale”. E’ quanto scrivono gli analisti del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management nel nuovo Bond Bulletin settimanale. Di seguito la loro analisi.

Valutazioni quantitative

Fino a ora, il terzo trimestre si era distinto per una bassa volatilità e un graduale restringimento degli spread nel segmento high yield. Negli ultimi tempi, però, gli attivi di rischio, azioni in testa, hanno subìto una correzione. Nel segmento high yield gli spread hanno tenuto meglio, ma i differenziali di rendimento statunitensi sono aumentati di 40 punti base a 453 punti base, mentre gli spread europei si sono ampliati di soli 9 punti base, a 462 punti. Questo recente allargamento degli spread potrebbe rappresentare un’opportunità in un contesto di tassi di interesse a zero (tutti i dati sono aggiornati al 21 settembre 2020).

Nella recente fase di volatilità le performance del mercato high yield hanno superato quelle del mercato azionario su base corretta per il beta (Fonte: Bloomberg SPX Index, SXXP Index, ICE BofA HUC0 Index, HECM Index. Dati dal 31 agosto 2020 al 21 settembre 2020.)

Fattori tecnici

La recente dinamica degli attivi di rischio ha creato un po’ di panico tra gli investitori. Nel segmento high yield statunitense, gli Etf hanno registrato deflussi per 1,3 miliardi di dollari il 21 settembre e per 1,6 miliardi di dollari il giorno successivo, l’esodo più massiccio dal febbraio scorso. Tuttavia per i fondi comuni high yield statunitensi a gestione attiva i deflussi sono stati di gran lunga inferiori (-140 miliardi di dollari al 22 settembre), segno che nel caso degli Etf l’esodo è stato determinato da posizioni speculative. Siamo quindi convinti che, poiché la ricerca di rendimento è quanto mai attuale, i recenti deflussi dovrebbero rappresentare un fenomeno temporaneo.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Nelle ultime settimane, la volatilità ha subìto un’altra impennata nei mercati del rischio. Sebbene a farne le spese siano state soprattutto le azioni, anche gli spread dei titoli high yield si sono ampliati. Tuttavia, nonostante i recenti deflussi, riteniamo che l’attuale debolezza degli attivi ad alto rendimento sia di breve durata e molto meno grave rispetto al primo trimestre in quanto le politiche delle banche centrali continuano a fornire un forte sostegno ai mercati del credito. Di conseguenza, un eventuale ulteriore aumento degli spread potrebbe offrire agli investitori una buona opportunità per incrementare la propria esposizione e proseguire nella caccia al rendimento.

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