Colombini (Banca Ifis): “Pronti per affrontare la nuova ondata di Npl”

Presto arrriverà una nuova ondata di Npl sul mercato“. L’avvertimento arriva da Luciano Colombini, amministratore delegato di Banca Ifis che spiega: “Come per gli altri mercati anche quello dei crediti non performanti entrerà in un nuovo ciclo economico: stimiamo una crescita delle esposizioni deteriorate nei bilanci delle banche”.

Gli Npl, i non profit loans ovvero i crediti deteriorati nei bilanci delle banche, aumenteranno infatti quest’anno dell’1,3% e il prossimo anno del 2,8% portando Npe ratio al 6,2% nel 2020 (in miglioarmento grazie alle dismissioni di una serie di portafogli) e al 7,7% l’anno prossimo, quando il segmento imprese inciderà più del comparto famiglie. Queste le previsioni rilevate in uno studio di Banca Ifis presentate oggi all’Npl Meeting 2020 nella splendida cornice di Villa Erba a Cernobbio.

Di fronte a queste prospettive e con un giro d’affari stimato in 34 mld di euro il mercato delle transazioni di Npl si conferma molto dinamico. Nel dettaglio, in base alle rilevazioni dell’istituto veneto, nel 2020 i portafogli Unsecured saranno la tipologia con la maggiore incidenza sul transato (31% del totale) mantenendo così i prezzi stabili rispetto agli anni precedenti.

Inoltre il mercato secondario contribuirà, secondo le stime, in modo significativo al totale delle transazioni sia nel 2020 (29% l’incidenza attesa) sia nel 2021 (30%), con dismissioni concentrate su portafogli Unsecured e Misti. Nel biennio in esame si consoliderà poi il mercato delle transazioni UTP (acronimo di Unlikely to Pay, ossia i crediti che saranno difficilmente pagati ma non ancora in sofferenza) con 27 mld di euro di dismissioni attese.

Si tratta comunque di un mercato molto concentrato: i primi sei investitori hanno acquisito il 44% (109 mld di euro) dei portafogli NPE transati dal 2015 al 2020. Situazione che però evidenzia la favorevole posizione degli operatori che lavorano su questo mercato in modo stabile e continuativo.

Dal 2016 le GACS hanno contribuito al mercato delle transazioni NPL, in particolare sui portafogli secured, con 31 operazioni (sei attese nel 2020) per oltre 77 mld di euro di GBV.

Per i portafogli assistiti da GACS (le garanzie di cartolarizzazione delle sofferenze) di cui Banca Ifis ha disponibilità dei dati, il confronto con il business plan originario evidenzia che dieci portafogli su 15 sono al di sotto del target. Un trend che a detta dell’istituto, potrebbe portare a cedere quote di portafogli Unsecured che richiedono una diversa specializzazione nella gestione.

L’industria del servicing

Lo stock complessivo di NPE da gestire in Italia, in base alle rilevazioni di Banca Ifis, è previsto in crescita già nel 2020 (+5% su base annua), con la previsione di un forte aumento nel 2021 che potrebbe portare a un ammontare totale di 385 mld di euro e un probabile ulteriore incremento nel 2022. Dal 2013 al 2019 il settore del servicing ha conseguito tassi medi di crescita annua a doppia cifra in termini di ricavi, masse gestite e investimenti.

Fonte: Banca Ifis

Nel 2021, con la fine delle moratorie, il tasso di default dovrebbe attestarsi al 2,8%, il doppio di quello registrato nel 2018-2019, ma comunque inferiore a quello della precedente crisi che aveva raggiunto il 4,5% – afferma Colombini – e da quanto emerge da una nostra analisi di sensitivity, basata su ipotesi macroeconomiche meno favorevoli ma sempre senza un secondo lockdown totale, il default rate 2021 potrebbe arrivare anche al 3,4%”.

“Il sistema finanziario è tuttavia ben posizionato rispetto alla precedente crisi perché le banche hanno implementato sistemi di rilevazione/monitoraggio e modalità attive di gestione dei crediti NPE nei diversi stadi di deterioramento – tiene a precisare Colombini – e gli operatori NPL sono infatti una vera e propria industria con circa 8.000 addetti e 230 miliardi di euro di NPE in gestione, capaci di intervenire nelle varie fasi del processo del credito per contenerne il deterioramento e massimizzare i recuperi degli NPL. Per i mesi a venire vogliamo essere ottimisti e guardare con fiducia ai segnali di ripresa in grado di azionare nuovi circoli virtuosi per la nostra economia”.

 

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