Coronavirus, il possibile impatto economico della seconda ondata

La pandemia di Covid-19 continua a costituire una grande incognita a livello globale, alternando i propri effetti sui continenti di volta in volta interessati. Nelle ultime settimane si è verificato un migliora¬mento della situazione complessiva nelle Americhe, ma è tornato a peggiorare il quadro europeo. L’escalation nel numero di nuovi contagi ha interessato già a luglio la Spagna e, a seguire, Francia e Regno Unito. Per il momento gli effetti sono molto più contenuti in Germania e Italia, anche se una crescita si è riscontrata anche in questi Paesi. Sul piano economico, la seconda ondata arriva in un periodo in cui le economie europee stanno ancora scontando le pesanti conseguenze della primavera scorsa. Il rimbalzo sarà intenso nel terzo trimestre e in alcuni casi, ad esempio in Italia, potremmo assistere anche a sorprese positive. Tuttavia adesso l’attenzione dei mercati si concentra sul quarto trimestre e sull’arrivo dell’inverno, che potrebbe favorire una recrudescenza del virus”. Ne è convinto Antonio Anniballe, gestore del team Multi Asset Italia di Gam (Italia) Sgr.

Dal punto di vista strettamente economico, secondo l’esperto lo scenario più avverso è che anche questa seconda ondata produca forme di lockdown di portata nazionale. “Sarà importante in questo senso monitorare l’andamento di ricoveri e terapie intensive nei principali Paesi continentali, in quanto lockdown generalizzati a livello nazionale sono necessariamente figli di uno stato di sofferenza del sistema sanitario”.

Se osserviamo i dati più recenti, nota Anniballe, “Francia e Spagna hanno un’occupazione delle terapie intensive pari a circa il 20% (Italia 3,5%). Di particolare pericolosità è il focolaio che riguarda la regione di Madrid, nella quale il tasso ha superato il 40%. L’inverno sarà lungo, riteniamo tuttavia che siano poco probabili decisioni di lockdown della stessa portata di quanto visto nella primavera scorsa. D’altro canto, i prossimi mesi potrebbero essere un percorso accidentato di disposizioni di chiusura temporanea a livello locale, i cui effetti sul tessuto economico andranno analizzati attentamente. Ad esempio, è già visibile su alcune metriche (Pmi, Retail Footfall) un rallentamento delle attività e dei consumi in Francia e in Spagna“.

In un contesto del genere, aggiunge il gesore di Gam, “è naturale immaginare che le politiche fiscali e monetarie (Commissione Europea, Bce, governi nazionali) continueranno a essere allineate nei prossimi mesi, al fine di assicurare una rete di protezione, evitando spettri di nuova recessione o deflazione prolungata. Un ulteriore impulso monetario potrebbe essere varato prossimamente (aumento di dotazione del Pepp, il programma di acquisti pandemico), mentre è cruciale che le istituzioni europee diano il via libero definitivo al recovery fund. In entrambi i casi sarà cruciale trovare l’accordo a breve, un allungamento dei tempi potrebbe provocare ritardi, aumentando i rischi di stagnazione”.

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