Euro, andamento al rialzo ma i guadagni saranno moderati

A cura di Vasileios Gkionakis, Head of FX Strategy, Kiran Kowshik, Global FX Strategy, Homin Lee, Macro Strategist, Sophie Chardon, Senior Cross-Asset Strategist di Banque Lombard Odier & Cie

La performance del cambio euro/dollaro è stata una delle migliori in assoluto, con un incremento del 10% da fine maggio. Riteniamo che ci sia ancora un potenziale di rialzo, anche se il ritmo dei rendimenti potrebbe rallentare, almeno nel breve termine. Questa nostra tesi si basa sulle seguenti considerazioni.

Innanzitutto, l’apprezzamento dell’euro è stato in gran parte determinato dal deprezzamento del dollaro. Il calo del biglietto verde però non ha ancora fatto il suo corso, in quanto il dollaro ponderato per il commercio continua a essere sottovalutato e soggetto a ulteriori ribassi a causa della politica dei tassi di interesse “low for longer” della Fed, delle aspettative legate alla ripresa della crescita globale e della probabilità di una vittoria di Biden alle elezioni presidenziali di novembre. In particolare, il crollo dei rendimenti reali statunitensi è stato una forte fonte di sostegno per il cambio euro/dollaro (grafico 4) ed è improbabile che questo sostegno venga meno nel brevissimo periodo, dato il cambiamento nella politica monetaria della Fed per quanto riguarda il target di inflazione medio.

In secondo luogo, l’accordo sul recovery fund europeo è stato un netto passo avanti verso una maggiore integrazione nell’Unione, riducendo di fatto il premio di rischio di ridenominazione. Nonostante sia improbabile che ciò si manifesti sotto forma di forti rally per il cambio euro/dollaro a breve termine, questo potrebbe comunque dovrebbe tradursi un sostegno a medio e lungo termine attraverso un miglioramento del sentiment e una graduale ripresa dei flussi (grafico 5).

Detto questo, l’apprezzamento dell’euro è stato piuttosto brusco, fattore che, unito al fatto che la posizione speculativa long si è estesa materialmente (grafico 6), suggerisce che il profit taking – almeno a breve termine – sia probabile. Inoltre, l’euro ponderato per il commercio ha riportato significative performance al rialzo (+5,5% da inizio anno ad oggi) e potrebbe allarmare la Bce. Sebbene il margine di manovra politico sia limitato e le dichiarazioni non siano più molto credibili, è probabile che la potenziale retorica della banca centrale ponga un limite di velocità all’apprezzamento della valuta unica, almeno nel breve termine. Infine, i rendimenti reali statunitensi sono scesi a livelli incredibilmente bassi, fattore che aumenta la probabilità di una piccola inversione di tendenza nei prossimi mesi.

Nel complesso, manteniamo una visione costruttiva sull’euro, ma ci aspettiamo che il ritmo dei rendimenti sia moderato. Per questo motivo, abbiamo deciso di ottenere un profitto parziale nel nostro portafoglio sovrappesato euro/dollaro.

Principali rischi per questa view:

  1. crescita globale (e la ripresa del commercio) incerta;
  2. recente rialzo dei numero dei contagi che intensifica la possibilità di nuovi lockdown (locali);
  3. la Bce sostiene apertamente un tasso di cambio più debole (a nostro avviso piuttosto improbabile). In tutti questi scenari di rischio, ci aspettiamo che la moneta unica sia sotto pressione.

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