Sarà vera ripresa? La view di Artemis

“Diciamocelo sotto voce, ma sembra che siamo all’inizio di una ripresa economica. Questo non vuol dire che d’ora in poi saranno tutte rose e fiori, dato che l’andamento dell’economia non sarà completamente immune dalle prossime elezioni presidenziali. A tal proposito, è interessante rilevare come alcuni investitori siano preoccupati non solo per quello che si verificherà nel giorno stesso delle elezioni ma anche per quello che accadrà dopo”. Ad affermarlo è Cormac Weldon il quale gestisce le strategie azionarie statunitensi Artemis, che di seguito dettaglia la propria view.

Domanda repressa

In ogni caso, i presupposti di una ripresa ci sono tutti. La fiducia dei consumatori continua a salire dai minimi registrati durante il lockdown. I tassi di risparmio sono elevati e, nonostante i timori delle persone per la disoccupazione, c’è una domanda repressa in alcune parti dell’economia. Il mercato immobiliare USA sembra essere in pole position per la ripartenza, dopo la performance un po’ sottotono messa a segno a seguito della crisi finanziaria globale che nel 2007 pose fine agli anni del boom del settore. Ora la domanda c’è, anche da parte dei Millennials. Ci sono ampie fasce di questo gruppo che ormai hanno superato i trenta da un bel po’ e sono pronti ad acquistare la loro prima casa.

Ristrutturazioni edilizie

Un’altra spinta alle azioni legate al settore edilizio è data dalla tendenza a ristrutturare casa, un’attività che molti fanno da sé. Questa è una reazione comprensibile per i proprietari di casa che vogliono evitare lo stress del trasloco e che, perciò, investono nelle loro abitazioni.

Poi c’è lo smart working, grazie al quale l’e-commerce ha realizzato l’equivalente di due anni di crescita nei pochi mesi della pandemia, alimentando la fantastica crescita di un piccolo gruppo di azioni tecnologiche. D’altro canto, ci sono anche diverse società di software – specialmente fra le società a media capitalizzazione – che si occupano del monitoraggio e dell’aumento della produttività di chi lavora da casa.

Un rally azionario più ampio

Che cosa significa tutto questo per noi gestori di fondi? Significa essere preparati ad assistere ad un ampliamento del rally dai minimi di marzo. Vogliamo mantenere l’esposizione ai titoli di crescita nel nostro portafoglio ma vogliamo anche aggiungere alcune azioni cicliche. Il settore manifatturiero si sta rimettendo in moto, così come si sta accentuando l’esigenza di trasportare prodotti in tutti gli USA. Stiamo cercando di capire qual è il miglior modo per trarre beneficio da questa accelerazione.

Un’area ciclica che evitiamo è quella bancaria. A nostro avviso il modo migliore per partecipare ad una ripresa ciclica è quello di investire in titoli industriali. Inoltre, una vittoria elettorale dei Democratici potrebbe comportare un’ulteriore regolamentazione del settore finanziario. Per contro, un settore in cui potremmo accrescere la nostra presenza è quello delle rinnovabili, date le conseguenze favorevoli per lo stesso determinate dalle politiche “verdi” di un’amministrazione Biden.

Scenari elettorali

Per quanto riguarda le elezioni in generale, stiamo valutando i rischi posti dai candidati. La prima domanda che ci si pone è se una vittoria dei Democratici comporterà un aumento immediato delle tasse. Secondo noi, una vittoria di Biden potrebbe portare ad un maggiore stimolo economico nel breve periodo, con un rinvio dell’aumento delle tasse ad un altro momento del mandato presidenziale. Detto questo, riteniamo che il mercato già sconti una vittoria dei Democratici e un aumento delle tasse.

Un approccio spassionato

Sarebbe inopportuno a questo punto non menzionare la disoccupazione, specialmente perché rappresenta la minaccia più grave alla nostra tesi circa l’esistenza di una domanda repressa. Dopo i minimi raggiunti prima della pandemia, il tasso di disoccupazione è ora pari a circa l’8%. La Federal Reserve si aspetta che scenderà al 7% per la fine dell’anno. Ad ogni modo, la dinamicità dell’economia, sostenuta dalla forza dei settori sanitario e tecnologico, rendono gli USA più resilienti alla perdita di posti di lavoro rispetto ad altri paesi.

Sembra strano pronunciare la parola “ripresa” in un periodo così incerto. Siamo ancora nel bel mezzo di una grave recessione, con una pandemia che colpisce tutti, anche i capi di stato. Le elezioni presidenziali incombono, con l’incertezza che ne caratterizza la vigilia e con il dubbio che se ne possano contestare i risultati.

Ma il nostro compito di gestori di fondi è quello di essere osservatori imparziali e rilevare le tendenze che si formano o si sviluppano. I consumatori USA sono indubbiamente resilienti, grazie alla domanda repressa in settori quale quello dell’edilizia e ad elevati tassi di risparmio. Al contempo, il sostegno monetario e fiscale e la flessibilità della Fed sono indicativi di un quadro economico più vivace, nonostante qualche passo falso nel breve termine.

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